Unitalsi, invito di Marietta Di Sario al pellegrinaggio a Medjugorje
Riflessioni di Marietta Di Sario, volontaria dell’Unitalsi di Carpi, in vista della sua partecipazione al pellegrinaggio regionale a Medjugorje che si terrà dal 29 ottobre al 1° novembre
di Marietta Di Sario
A destra Marietta Di Sario
“Se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia!”. Partire per Medjugorje per me significa sempre rispondere ad una “chiamata”. Nella scelta di accogliere questo invito risiede tutta la mia libertà. In che senso? Possiamo essere tutti d’accordo nel ritenere che sia semplicemente la curiosità a spingere milioni di persone a mettersi in viaggio per Medjugorje ma non credo che lo stesso si possa pensare per chi sceglie di ritornarci più volte. In quel luogo ho riscoperto che nella miseria della mia umanità ferita rimane ben saldo l’anelito di eternità perché in quel luogo si respira un “anticipo” di paradiso, di pace. Nella pace la sofferenza non scompare ma nella pace sentiamo la vicinanza di una Mamma che accoglie per noi le nostre preoccupazioni e paure e trasfigura persino la malattia.
Scrivo questo con profonda consapevolezza perché non si tratta di pura teoria ma di vita vissuta!
La mia vita, come quella di tanti disabili e ammalati, senza la luce della fede, appare solo come un’inutile esistenza piegata ed inchiodata dalla sofferenza. Era anche il mio pensiero fino a quando non ho scoperto la gioia di essere discepoli del Signore “alla scuola di Maria”. Grazie alla Mamma celeste ho iniziato a guardarmi con occhi nuovi e a ringraziare il Signore per come sono e per il dono della sofferenza.
Il dolore, vissuto nella fede, può diventare grazia per tutti coloro che incrociano la mia vita e quella di quei fratelli che sono ancora più provati di me, nel corpo e nello spirito. È solo con Maria che, attraverso la preghiera, scopriamo il valore della sofferenza e lo sveliamo agli altri.
In questo percorso hanno avuto pertanto un ruolo determinante i pellegrinaggi a Lourdes, a Fatima, in Terra Santa e, da ultimo ma non per ultimo, quello a Medjugorje.
Ritorno ogni anno sia a Lourdes che a Medjugorje non per chiedere la guarigione ma per portare a Maria le intenzioni di tutte le persone che si affidano alle mie preghiere e che riempiono la mia vita.
Quest’anno ritorno a Medjugorje portando con me la memoria del cuore delle esperienze passate e quindi anche la certezza che la Mamma mi accoglierà di nuovo, con la stessa tenerezza e con la stessa gioia perché la Regina della pace ama ciascuno di noi di un amore personale. L’amore se accolto può cambiare le nostre vite! L’amore infatti cambia le persone, le trasfigura. Senza amore non c’è pace nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nel nostro mondo.
In questo viaggio credo che ognuno di noi porti una richiesta comune ai piedi di Maria: il desiderio di pace in Europa e in tutti gli angoli della terra in cui oggi si continua a combattere. La guerra è un crimine contro l’umanità e le armi sono uno scandalo. Uniamoci in questa preghiera accorata perché è il male che ci vuole divisi e in ostaggio della paura.
Un ringraziamento speciale va all’assistente spirituale dell’Unitalsi che ci guida in questo pellegrinaggio, don Vianney. Non dimentichiamo che proprio per i nostri pastori la Regina della Pace chiede preghiere particolari. “Pregate per i sacerdoti”: senza di loro non avremmo il “dono” dei sacramenti!
Grazie a tutti i volontari dell’Unitalsi che rendono “possibile” il nostro camminare, anche sulle strade più impervie, come quelle della Bosnia, dandoci in prestito le loro braccia e i loro piedi, oltre al loro grande cuore.
Per tutti voi, amici, assicuro le mie preghiere.
Info e prenotazioni: Unitalsi, presso parrocchia di San Nicolò a Carpi, con ingresso carrabile in Via Catellani (martedì e giovedì, ore 18-19.30); tel. Paolo 335 6374264; Giuseppe 340 6094219; Domenico 347 5312678; Enrico 338 5955519.