Un protagonista del Risorgimento
Sabato 8 ottobre si inaugura la mostra dedicata a don Giuseppe Andreoli nel bicentenario della morte.
di Andrea Beltrami
In occasione del secondo centenario della morte del sacerdote Giuseppe Andreoli il Museo diocesano “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia” ospiterà una mostra di interessanti documenti che ripercorrono la breve storia di questo personaggio, nato a San Possidonio il 6 gennaio 1789 e morto a Rubiera il 17 ottobre 1822. Dopo gli studi tecnici che lo portano alla qualifica di agrimensore, Giuseppe entra in seminario a Reggio Emilia e nel 1817 viene ordinato sacerdote. Inizia poi l’attività di precettore privato presso la famiglia Soliani-Raschini di Reggio per passare, poi, al convitto di Correggio come insegnante di grammatica e retorica.
Viene arrestato nel febbraio 1822 per sospetto di adesione alla Carboneria e incarcerato prima a Reggio, poi a Modena dove subisce un duro interrogatorio. Andreoli si è sempre dichiarato innocente ma a nulla sono valse le sue parole. Condannato a morte dal tribunale straordinario nel forte di Rubiera, don Giuseppe viene prima “sconsacrato” dal vescovo di Carpi (mandato dal presule di Reggio) e poi decapitato a mezzogiorno del 12 ottobre 1822. Venne sepolto nell’antica chiesa parrocchiale di Rubiera, ormai sconsacrata e ridotta a cimitero, dietro l’altare maggiore in una tomba detta “degli Angeli”.
Nel 1877 fu riesumato e alcune ossa furono poste dentro un contenitore metallico che, alla presenza delle autorità, fu consegnato al Sindaco di San Possidonio. Don Andreoli riposa nel locale cimitero, presso il sacrario dei caduti per la libertà, dentro un’urna di marmo rinnovata nel 1922, in occasione del centenario della sua morte. La mostra verrà inaugurata sabato 8 ottobre, alle ore 11, presso la chiesa di Sant’Ignazio in Carpi, sede del Museo, alla presenza delle autorità. Dopo il saluto ufficiale vi saranno due interventi che aiuteranno ad introdurre i convenuti nel clima della mostra: il dottor Cristian Ruozzi traccerà un profilo del sacerdote e della sua attività mentre al dottor Fabio Montella è affidato il compito di illustrare il monumento a don Andreoli fatto a San Possidonio nel centenario della morte. Due importanti contributi utili ad approfondire la figura del sacerdote e a ripercorrere le vicende e la storia della statua eretta nel 1922. Al termine delle relazioni Mauro Giubertoni e chi scrive, curatori della mostra, entreranno nel cuore dell’esposizione raccontando il contenuto delle singole teche espositive e il materiale raccolto.
La ricerca e l’indagine archivistica hanno consentito di recuperare interessanti documenti, dall’originale atto di battesimo, conservato nei registri parrocchiali di San Possidonio, ad alcune lettere scritte da giovane seminarista, alla sentenza completa e alla relativa condanna danna a morte. Per una continuità storica si è scelto di esporre anche gli opuscoli editi nelle varie ricorrenze, testimonianza di come don Andreoli sia sempre ricordato, almeno negli anniversari. Una figura del nostro Risorgimento che non deve essere dimenticata, una vittima delle circostanze del tempo e del clima che si viveva nel ducato di Modena, soprattutto nella sua condizione di sacerdote e di educatore che diede al Duca Francesco IV d’Austria-Este l’opportunità di dare ai sudditi un tragico esempio e un severo monito.
Sabato 8 ottobre, alle ore 11, al Museo diocesano, inaugurazione della mostra e presentazione da parte dei curatori, Andrea Beltrami, direttore del Museo, e Mauro Giubertoni. Saluto delle autorità e interventi degli storici Cristian Ruozzi e Fabio Montella.