Luca Perri, la scienza e Star Wars
CulturalMente, una rubrica di Francesco Natale
Che la saga di Star Wars abbia appassionato numerosi scienziati non è un mistero e a confermarcelo ci pensa Luca Perri, astrofisico, o, come dice ironicamente lui, “astrocoso nerd”. Perri è stato protagonista anche di questa nuova edizione del festival scientifico Carpinscienza e noi, poco prima dell’inizio della sua conferenza spettacolo, gli abbiamo fatto qualche domanda in merito al suo libro edito da Rizzoli “La scienza di Guerre Stellari”.
Cinema e scienza. C’è un legame tra queste due parole? Se sì, è un buon legame?
C’è un grande legame tra quella che è la cinematografi a e la scienza. Il legame è buono? Dipende. Ci sono dei film in cui si è prestata attenzione alla base scientifica, in altri film si fa solo finta di prestare attenzione alla scienza. Un esempio: Gravity, un film che sembra realistico, ma per un fisico rappresenta il male assoluto. Star Wars non finge di badare alla scienza, ma ha ispirato intere generazioni e scienziati che hanno cercato di raggiungere la tecnologia e le conoscenze teoriche rappresentate nel film.
I film spingono i giovani ad appassionarsi alla scienza?
Sì. La passione dei giovani è dovuta anche a una domanda che ci si pone dopo aver guardato un film: “Quanto di quello che ho visto ha senso?”. Quando si scopre che c’è qualcosa di vero nel film, la pellicola viene adorata ancora di più.
La scuola sta formando bene i giovani in ambito scientifico?
Sì, la scuola sta formando i giovani, ma si può fare di più. Come? Aggiornandosi, i programmi scolastici sono rimasti indietro. Si arriva al dopoguerra nel programma di fisica. Negli ultimi 70 anni abbiamo fatto tante scoperte che non sono entrate nei programmi scolastici. Bisogna anche far vedere che la scienza non è solo una cosa astratta come delle equazioni alla lavagna, ma che è anche una cosa che ci può veramente aiutare nel quotidiano per fare scelte consapevoli. Bisogna dare più fiducia alla scienza.