Erio Aguzzoli. Mezzo secolo di palla a spicchi: da allenatore ragazzino a team manager
Si è spento all'età di 83 anni. Ha avviato al basket centinaia di ragazzi. Le esequie sabato alle 10.30 al Cimitero di Carpi
Luigi Lamma*
Andare a pescare nel cesto dei ricordi di quasi cinquant’anni, vissuti rincorrendo con entusiasmo la passione di una vita, il basket, non è facile anche se, allo scoccare degli ottanta anni portati alla grande, certi volti e situazioni sono comunque impressi in modo indelebile nel cuore e nella mente. Erio Aguzzoli non è mai stato uomo di molte parole con i suoi ragazzi, ha sempre prediletto l’esempio dei fatti e la fatica del lavoro sul campo. Da quando, da ragazzino, ha calzato le scarpette e infilato con la palla i primi canestri, in un crescendo di coinvolgimento, si è progressivamente creato un ruolo da protagonista non solo come allenatore preparto, scrupoloso e vincente ma anche per la sua attenzione ai giovani atleti, per appassionarli al basket ma soprattutto educarli al valore del sacrificio come base per ogni successo nella vita come nello sport. Nato il 27 luglio 1939 a Carpi, si avvicina inizialmente al ciclismo dove conquista un titolo italiano su pista, poi scocca la scintilla per la pallacanestro, con i primi insegnamenti appresi sul campo de La Patria da giocatori esperti come Faglioni e Cavazzuti. Con l’arrivo di Timpani, allenatore de La Patria nel campionato 1956-57, il giovane Erio viene aggregato, con altri juniores, alla prima squadra.
Giovanissimo allenatore
L’anno successivo c’è già una prima svolta: all’inizio del campionato (1958-59) Timpani si dimette e dopo un periodo di autogestione dei giocatori, con la stagione 1960-61 Aguzzoli inizia la carriera come allenatore pur continuando a giocare.
Dopo gli esordi con La Patria, nel 1967 inizia il secondo e più lungo periodo della carriera di Aguzzoli che coincide con l’avvio di una nuova società il G.S. J.F. Kennedy con il grande beneficio di poter finalmente giocare al coperto in una palestra. Avviata la nuova società la squadra però era rimasta la stessa con giocatori ormai esperti e di una certa età ai quali era necessario assicurare un ricambio, per questo motivo Erio fece un passo indietro lasciando la guida della prima squadra per dedicarsi al settore giovanile, investendo tutto il suo tempo e le sue competenze per far emergere nuove leve del basket carpigiano. E i risultati non si fecero attendere, come dimostrano i successi nelle finali regionali del campionato cadetti. Nel frattempo Erio si era diplomato all’Isef e aveva iniziato ad insegnare educazione fisica nelle scuole carpigiane, per lui un punto di osservazione speciale per scoprire ragazzi da avviare alla pallacanestro.
Nasce la Kennedy
Come si è detto dal 1967 al 1983 la carriera di Aguzzoli come allenatore è legata a doppio filo con la storia della Kennedy basket, un vero e proprio team manager, si direbbe oggi, responsabile a tutto tondo del settore tecnico, era lui che sceglieva i tecnici per le squadre giovanili e spesso era lui stesso a gestirne alcune, sempre lui che si affidava e si fidava di pochi ma fedeli collaboratori per gli aspetti organizzativi, lasciando ad Alberto Lodi il compito di gestire i rapporti con il Presidente e la società e gli adempimenti verso la federazione. Il sodalizio tra Lauro Pederzoli (presidente), Erio Aguzzoli (allenatore) e Alberto Lodi (dirigente) fu senza dubbio proficuo e coronato da grandi soddisfazioni sportive come la promozione del campionato 1971-72 e più tardi, dopo la fusione con Emilcar, la promozione in serie C nel 1982.
Per passare in rassegna aneddoti e personaggi caratteristici tra giocatori e collaboratori che hanno popolato questi quindi anni di attività ci vorrebbe ben altro spazio. Tante storie di vita e di amicizia che si sono intrecciate, anche solo per il tempo di una stagione ma che hanno lasciato nel futuro di ciascuno dei protagonisti legami impensabili. Miracolo dello sport ma soprattutto di quel luogo speciale che è lo spogliatoio con le sue regole non scritte, dove tutto si può dire e sentire e nello stesso tempo da lì nulla può uscire. Passato il testimone a Paolo Zaccarelli alla guida della Kennedy-Scat, dopo ben sedici stagioni consecutive, per Erio Aguzzoli inizia la terza fase della sua carriera con esperienze fuori Carpi, prima a Mirandola (promozione in serie D), poi a Correggio (serie C2 e promozioni in C1 per rinuncia della Fornaciari) e Mantova (nel 1986-87 dove rimane tre anni). Dopo un breve periodo di inattività, la stagione 1992-93 segna il ritorno di Aguzzoli alla guida della S.G. La Patria dove vince con la squadra della Promozione la decima edizione del torneo “Alberto Braglia” e prova una grande delusione in campionato per l’eliminazione nella bella contro l’Arbor di RE. Con il passare degli anni Aguzzoli mantiene inalterata, anzi rafforza, la sua vocazione di talent scout dedicandosi alle squadre giovanili della neonata società Nazareno Basket, dove inizia ad insegnare i fondamentali, palleggio, passaggio e tiro, alle nuove leve fino al 2000 per poi lasciare definitivamente l’attività.
E’ stato un vero privilegio poter raccontare questa storia che per una decina di anni è stata anche la mia, incontrare Erio a distanza di tanto tempo, e scoprire come i nomi e i volti dei suoi compagni e dei suoi giocatori fossero tutti ben presenti, attorno a lui, osservati da quegli occhi infuocati come in uno dei tanti time-out. Spero che la Carpi sportiva se ne ricordi e non faccia mancare un giusto riconoscimento. Grazie Erio! E’ questo un modo per ringraziarti, a nome di tutti, per il tempo che ci hai donato, per la pazienza che hai sopportato, per i valori che ci hai trasmesso.
*dal volume Storia del basket carpigiano (2020) di Ugo Aguzzoli, Massimo Ariani, Luigi Lamma e Fabrizio Stermieri