E così l’umanità va avanti
Proprio in questi giorni nei Territori del Nord-ovest stanno riaprendo le scuole. La settimana scorsa sono stato invitato a unirmi ai docenti di quelle cattoliche di Yellowknife per un momento di preghiera di inizio anno. Erano tanti, e molti di loro giovani. Questa occasione mi ha fatto ripensare con gratitudine agli anni di insegnamento all’ITI Da Vinci ed al liceo Fanti, dove, ancora giovane prete, ho incontrato tanti volti e storie di ragazze, ragazzi e docenti. Ma ancora di più l’incontro alla St. Patrick hight school mi ha fatto riflettere sulla situazione delle comunità dove ora presto il mio servizio.
Lì, seppur le scuole statali siano presenti e vi lavorino, con impegno, bravi insegnanti provenienti da ogni provincia del Canada, è molto forte il fenomeno dell’abbandono scolastico. Purtroppo, fin da bambini, non pochi smettono di frequentare con assiduità, o addirittura del tutto, il servizio educativo loro offerto.
Spesso dietro a queste situazioni ci sono traumi personali ed intergenerazionali. Ambienti domestici dove i genitori (o il solo genitore presente) faticano a trovare una loro personale dimensione esistenziale, – e perciò ricorrono all’abuso di sostanze o alcool – sono non di rado il terreno in cui i giovani germogli della gente Tlicho crescono. Non vale la pena giudicare nessuno; solo colpisce l’impegno che, nonostante tutto, molti docenti mettono nel prendersi cura di questi figli feriti di un’unanimità fragile e ai confini del mondo.
Come Chiesa, non è che qui si possa fare gran che, se non cercare, laddove richiesto, di rendersi disponibili a qualsiasi di forma di collaborazione, senza dimenticare il sostegno nella preghiera.
“L’estate sta finendo”, cantava il duo Righeira, e la scuola è alle porte! Quale regalo prezioso per le nostre società! Quale sfida entusiasmante ed impegnativa per alunni e docenti di ogni ordine e grado!
Credo che anche oggi, come scriveva don Lorenzo Milani, “Il maestro dà al ragazzo tutto quello che crede, ama, spera. Il ragazzo crescendo ci aggiunge qualche cosa e così l’umanità va avanti” (Lettera a una professoressa).
Allora: coraggio! Per il mondo, per la famiglia umana, c’è speranza. Il cammino, forse in salita, è possibile, e porterà a vette nuove, inesplorate, mozzafiato; affacciate sull’abuso insondabile del cuore dell’uomo e appoggiate all’orizzonte gioioso del cuore di Dio.