«Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore»
Commento al Vangelo di don Carlo Bellini - Domenica 7 agosto 2022
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Commento
Il vangelo di questa domenica presenta due parabole sulla vigilanza. Gesù parla del ritorno del Figlio dell’uomo e del giudizio che questo comporta sulla vita degli uomini ed usa una tipologia narrativa abbastanza tipica per lui: il ritorno del padrone. In questo schema che conosciamo bene e ricordiamo in molti testi dei vangeli sinottici dobbiamo notare qui alcune caratteristiche che rendono particolarmente interessanti questi testi.
il primo racconta del padrone che torna dalle nozze e si aspetta di trovare i servi svegli. Il testo presenta delle somiglianze con la parabola delle dieci vergini in Mt 24,42-51 ma con rilevanti particolarità. Si noti la stranezza del testo: il padrone tornato dalle nozze si preoccupa dei servi e, ancora più insolito, si mette a servirli. Il capovolgimento dei ruoli è sorprendente, il padrone serve i servi; questo particolare ci guida nella lettura. Ricordiamo le parole di Gesù nell’ultima cena quando dice: io sto in mezzo a voi come colui che serve (Gv 22,27). Ecco che allora qui non si allude solo alla fine dei tempi ma vediamo che l’autorità è espressa come servizio. Comprendiamo bene allora perché la narrazione procede con una domanda di Pietro che chiede un chiarimento e rilancia il tema del servizio: Signore questa parabola la dici per noi o anche per tutti?
La domanda tende ad un chiarimento ma Gesù non risponde direttamente bensì racconta un’altra parabola che ancora presenta un padrone e dei servi ma aggiunge la figura dell’amministratore. Quest’ultimo gestisce gli altri servi e sovrintende al fatto che tutto funzioni bene. L’amministratore è responsabile nei confronti del padrone ma anche nei confronti dei servi che deve guidare con cura e occuparsi delle loro necessità. La nuova figura dell’amministratore è per Luca un modo per parlare della responsabilità dei capi della comunità cristiana.
L’autorità viene presentata è vissuta come servizio agli altri. La figura dell’amministratore parla dei Dodici e in generale di coloro che guidano le comunità. Tutti i servi devono tenersi pronti e saranno valutati sul loro lavoro ma per i responsabili della comunità la valutazione sarà più dettagliata: come hanno aiutato gli altri a vivere la loro vocazione nella comunità? Gli abusi degli amministratori/capi saranno valutati molto severamente: saranno relegati tra gli infedeli. Comprendiamo allora anche la finale del brano che sostiene che a chiunque fu dato molto, molti doni e molta responsabilità, molto sarà richiesto. Ritroviamo lo stesso avvertimento nella parabola delle mine (Lc 19,11-27) e della vigna (Lc 20, 9-18).
Dunque questa domenica ci viene consegnato un monito a vivere responsabilmente i ruoli che ricopriamo delle nostre comunità. Possiamo pensare prima di tutto ai sacerdoti ma anche a tutti coloro che servono/guidano associazioni e hanno ruoli nella comunità. Lo spadroneggiare e il disinteresse per la comunità è un grave peccato e viene pesantemente stigmatizzato. Per le guide della comunità a maggior ragione vale ciò che dicono i primi versetti di oggi. Il Padre ha donato il suo Regno, una vita buona e abbondante, per la quale si possono abbandonare le avidità terrene. È una buona regola spirituale che invita a percorrere vie di impoverimento perché “dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.
Il ladro: l’immagine del ladro che viene di notte è spesso usata per indicare il ritorno del Figlio dell’uomo. Così in Mt 24,43, in Paolo (1Ts 5,2.4), in 2Pt 3,10 e in Ap 16,15.
Amministratore: il greco oikonomos è spesso tradotto con amministratore. Anche l’amministratore è uno schiavo ed è sottoposto all’autorità del padrone come i servi che ha sotto di se.