Un batterio visibile a occhio nudo
Nel 2009 il biologo Olivier Gros, mentre stava esplorando e studiando le forme di vita tra le mangrovie della Guadalupa, nelle Antille francesi, aveva osservato, tra le foglie cadute dagli alberi e che marciscono nelle acque stagnanti sotto le mangrovie, organismi filamentosi lunghi circa un centimetro.
In realtà era il più grande batterio mai scoperto prima, il Thiomargarita magnifica. Solo di recente è stato possibile confermare il fatto che sia unicellulare e che sia circa 50 volte più grande di qualsiasi altro batterio conosciuto. Ci vollero, quindi, quasi dieci anni prima che scienziati californiani focalizzassero i loro studi sul nuovo organismo, analizzandolo e osservandolo con varie tecniche, compreso il microscopio elettronico. Nel 2018 arrivò la conferma che si trattava di una singola cellula e il frutto di quelle osservazioni divenne una ricerca preliminare pubblicata lo scorso febbraio.
Ora, a distanza di qualche mese, lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science, raccogliendo un grande interesse tra chi si occupa di batteri e non solo. Questo batterio può essere visto a occhio nudo e ha alcune caratteristiche simili a cellule eucariotiche ed è questo che rende ancora più misterioso e importante questo microbo. Il gruppo di ricerca vuole inoltre capire se T. magnifica sia esclusivo della Guadalupa oppure è presente da altre parti. La scoperta di T. magnifica conferma, comunque, le ipotesi sull’esistenza di batteri molto più grandi di quelli finora identificati e questo potrebbe aprire la strada a nuove ricerche utili per comprendere meglio le loro caratteristiche. Si pensi che una ricerca svolta nel 2016 ha stimato che in tutto il mondo esistano centinaia di miliardi di diverse specie di batteri e che il 99% di queste non siano state ancora scoperte.
A parte la quantità delle implicazioni biologiche e dell’importanza di alcune strutture scoperte in questo organismo è da considerare come eccezionale che il batterio in questione è quasi uno step di passaggio tra cellula procariota e cellula eucariota; la scoperta, ancora una volta, ci ricorda quanto l’uomo sia piccolo. Sì, l’umiltà che il genere umano deve invocare sempre, passa anche attraverso la considerazione che il mondo sia ancora da scoprire per una buona parte e questo possa essere l’innesco di una sempre più profonda e proficua ricerca, con la speranza che la sonnolenta burocrazia non spenga la voglia e la gioia dell’uomo di scoprire quanto è bello, singolare ed interessante la natura che lo circonda.