“Dove hai preso il tuo coltan?”, tappe a Verona e Brescia
Dopo la terza tappa a Carpi in giugno, a cui aveva aderito, fra gli altri, il Centro Missionario Diocesano, nei giorni scorsi è stata accolta a Verona e a Brescia la staffetta Empoli-Bruxelles per raccogliere firme a tutela dei diritti umani nella Repubblica Democratica del Congo
Tappa a Verona con la partecipazione di don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi
Nei giorni scorsi le città di Verona e di Brescia hanno ospitato la quarta e la quinta tappa della petizione itinerante diretta al Parlamento Europeo che chiede la revisione sul regolamento dei minerali provenienti dalle zone di conflitto. Tra questi il coltan, il cosiddetto oro delle nuove tecnologie, estratto in particolare nella Repubblica democratica del Congo.
Dopo Empoli, Bologna, Carpi, si è passati a Verona poi a Brescia.
La marcia verso il cambiamento non si ferma, così come la raccolta delle firme, promossa dalle associazioni Safari Njema e Mediterraneo Siamo Noi, continua. L’obiettivo è quello di raccogliere 5000 firme, ad oggi siamo arrivati a metà strada, firma anche tu, collegandoti al sito:
https://www.wheredidyougetyourcoltan.eu/
“Dove hai preso il tuo coltan?” è il progetto promosso dalle associazioni Safari Njema e Mediterraneo Siamo Noi, una staffetta “ideale” che ha lo scopo di consegnare una petizione direttamente al Parlamento Europeo.
A Carpi si è svolta a giugno la terza tappa, con l’adesione di varie realtà locali, fra cui il Centro Missionario Diocesano.
La parola coltan è la contrazione di columbite-tantalite, una “terra rara” indispensabile per la fabbricazione di telecamere, cellulari, tablet e molti altri apparecchi elettronici. Il valore di questa miscela dipende dal tenore di tantalite in essa contenuto. Quella estratta nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) è ad alto tasso di tantalite. Spesso le multinazionali si appropriano del coltan nella RDC acquistandolo da fornitori di dubbia provenienza: l’approvvigionamento ha all’origine bande militari che si contendono le miniere dove sfruttano manodopera, anche minorile, con gravi violazioni dei diritti umani.
L’obiettivo finale è la revisione del regolamento UE 2017/821, per richiedere maggiore trasparenza e sanzioni più pesanti indirizzate agli importatori “non compliance”. Con 5000 firme la probabilità di centrare l’obiettivo aumenta del 50%. Per questo tutti sono invitati a collaborare aderendo alla petizione.
Le tappe della staffetta, da Empoli a Bruxelles, sono sette. Da ogni città i sostenitori, a piedi o in bicicletta, percorrono la strada per arrivare alla meta successiva, impegnandosi a raccogliere le firme per la petizione.
Tappa a Brescia