Campo giochi in via Posta, quella qualità che conta
Si concluderà il 29 luglio il campo giochi parrocchiale in via Posta a Mirandola. Come racconta don Emiddio Voli, un cammino di crescita umana e spirituale per i ragazzi, a livello personale, nei legami creati fra di loro e nella conoscenza di un Amico speciale
di Virginia Panzani
Lo sguardo di chi passa in auto la mattina davanti agli spazi parrocchiali in via Posta a Mirandola viene spesso richiamato in queste settimane soleggiate dalla presenza di bambini e ragazzi, talvolta tutti insieme in silenzio in cerchio, oppure intenti, con concentrazione, in una particolare attività. O ancora mentre si rincorrono vivaci, quasi noncuranti del gran caldo. Dal 6 giugno il campo giochi della parrocchia di Santa Maria Maggiore è attivo grazie al servizio svolto da un gruppo di giovani educatori, con il coordinamento di Alessio Massarenti, e dai due punti di riferimento per l’assistenza spirituale, vale a dire don Emiddio Voli, vicario parrocchiale e direttore del centro di via Posta, e suor Mary, ai quali, ultimamente, si è aggiunto il diacono Francesco Cavazzuti.
Fino al 29 luglio, quando l’iniziativa si concluderà, bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni saranno accolti dalle 7.30 fino alle 9, per poi partecipare ad un momento di catechesi e di riflessione, e ad attività laboratoriali, seguite da merenda e gioco. Quanti lo hanno richiesto, si trattengono a pranzo – portando con sé da casa il pasto – e per il pomeriggio, scandito a sua volta da laboratori – fra cui quello di “art therapy”, molto apprezzato, a cura dell’educatore Andrea Morini – e giochi fino alle 17.30.
“Quest’anno abbiamo una trentina di iscritti – afferma don Emiddio -. Mi preme sottolineare che, in un contesto come Mirandola in cui ci sono varie offerte estive, la nostra proposta ha puntato sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Il ché significa che l’intento è stato ed è non solo quello di favorire una ritrovata socialità tra i ragazzi, ma di accompagnarli in un cammino di crescita umana e spirituale. Al riguardo, ci siamo ispirati al percorso dal titolo ‘Batticuore’, sul tema delle emozioni, seguito dai Grest della Lombardia, tenendo come filo conduttore la storia del Mago di Oz”.
Un cammino che ha trovato il suo compimento nello spettacolo portato in scena dai ragazzi lo scorso 16 luglio, davanti a genitori e famigliari, preceduto dalla cena tutti insieme. In quell’occasione, sottolinea don Emiddio, “all’interno di stand sono stati esposti i manufatti realizzati durante i laboratori. E’ stato un modo per valorizzare ancora di più le doti, i talenti, dei nostri ragazzi, già espressi a livello manuale, facendo ammirare ai genitori il frutto del proprio impegno”.
Torna, allora, nelle parole di don Emiddio la sottolineatura del valore della qualità, più che dei numeri. “Personalmente – osserva – porto con me da questa esperienza la constatazione che i ragazzi tornano a casa cresciuti a livello personale, nei legami che si sono creati fra di loro e nell’amicizia spirituale con il Signore. Alcuni dei partecipanti non frequentano le associazioni parrocchiali perciò hanno avuto l’occasione per approfondire la conoscenza di Gesù e della sua parola. L’obiettivo che ci eravamo posti è stato pienamente raggiunto – conclude -. Noi educatori abbiamo cercato di dare la nostra testimonianza, di gettare il seme, poi il Signore farà il resto, rispettando sempre la libertà di ciascuno”.