Fondazioni: autonome per meglio agire
L’Associazione tra le Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna ha celebrato il trentennale di attività
di Luigi Lamma
Ogni Fondazione ha individuato il proprio progetto maggiormente rappresentativo, poi raccolti in un video che li ha suddivisi nei tre ambiti dell’attività erogativa: cultura, persona, ricerca. Per la Fondazione di Carpi è stato indicato il Parco Santacroce e per la Fondazione di Mirandola la partnership con il Memoria Festival.
“30 anni – Le Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna insieme tra storia e futuro” è stato questo il titolo di un evento che si è tenuto a fine maggio, organizzato dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancarie dell’Emilia-Romagna nell’aula absidale dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Numerosi gli ospiti istituzionali a cominciare dal Presidente Acri (Associazione di Fonda- zioni e Casse di Risparmio SpA) Francesco Profumo accolto da Paolo Cavicchio- li, Presidente della Fonda- zione di Modena e dell’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna dal 2018 al 2022 e da Maurizio Gardini, Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che ha raccolto da Cavicchioli il testimone di Presidente dell’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna. Obiettivo della convention la valorizzazione dell’attività delle Fondazioni e dell’Associazione dell’Emilia- Romagna, attraverso una narrazione che ha posto al centro i valori che ne ispirano l’azione e che le legano agli stakeholders del territorio (solidarietà, collaborazione, innovazione ecc..) con un percorso tra quanto fatto sino ad oggi e le prospettive future.
A dispetto di chi teme derive “autoreferenziali” è stato dimostrato, alla luce della trentennale esperienza, che la logica prioritaria è il “lavorare insieme” per il bene collettivo: le Fondazioni infatti agiscono un ruolo di corpi intermedi dello Stato che, nel pieno della loro autonomia, sono tuttavia in grado di instaurare collaborazioni con i soggetti della società civile, delle istituzioni, degli enti locali, favorendo iniziative di sistema. Si legge infatti nel documento di presentazione dell’evento celebrativo che “l’Associazione delle Fondazioni e ogni Fondazione associata non operano in modo auto-referenziale, ma condividono la missione di inserirsi in rete nel tessuto del proprio territorio di riferimento in un costante dialogo con i beneficiari. Le Fondazioni hanno fatto un percorso tra passato, presente e prospettive future, condivise con le proprie comunità di riferimento, mettendo a punto modelli generativi e obiettivi utili a garantire risposte di ampio respiro alle trasformazioni in atto nella società in una prospettiva di breve, medio e lungo periodo”.
Da questa prospettiva si evince chiaramente quanto siano fuori contesto gran parte delle considerazioni che si sono lette e sentite nel corso del dibattito carpigiano sulla nomina del nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione di Carpi. Il punto fermo dell’autonomia della Fondazione non può essere messo in discussione e la Fondazione stessa avrebbe la responsabilità di farlo capire ai propri interlocutori sul territorio. L’occasione per ribadirlo è il rinvio della nomina del CdA a settembre, una sorta di esame di riparazione dopo il nulla di fatto del 27 maggio scorso, nonostante questo ritardo generi non poche difficoltà ai processi interni di elaborazione dei piani annuali e pluriennali. I Consiglieri di Indirizzo hanno una seconda prova di maturità e responsabilità verso l’istituzione che rap- presentano e verso la collettività che li ha designati attraverso i rispettivi Enti.