Azione Cattolica: capaci di testimoniare segni di speranza
Dal 9 al 12 giugno scorsi si è svolta all’Eden la FestAC: questi alcuni degli spunti di riflessione emersi dagli incontri.
di Lucia Truzzi
L’alternarsi di voci e prospettive come quelle del pedagogista Ivo Lizzola (noto e caro ospite di AC) e della giovane teologa di Azione Cattolica Alice Bianchi ha portato alla luce alcune riflessioni e sguardi interessanti sul futuro.
Ecco allora alcuni spunti che vogliamo condividere qui, anche grazie all’incontro di chiusura della festa domenica 12 giugno, che si è aperto con una presentazione/ riassunto elaborato dalla Commissione Festa AC e realizzato da Benedetta Lodi e Cecilia Gherardi.
Cinque sono stati i concetti lanciati dai relatori e che hanno risuonato in questi giorni di Festa AC: incertezza, imperfezione, disordine, dimensione della cura e speranza.
Incertezza che porta alla responsabilità
Ivo Lizzola ha descritto il tempo che stiamo vivendo come un tempo di smarrimento in cui è difficile guardare al futuro e Alice Bianchi ha rilanciato dicendo che “il futuro è incerto per definizione”, ma che i cristiani e le cristiane se la sono proprio scelta l’incertezza, l’hanno sposata.
Non è un effetto collaterale, era già chiaro e tondo quando c’era Gesù: (Lc 9) “Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»”.