Agostino Zanfi e Gino Ognibene: ora una memoria pubblica
La Chiesa di Carpi ricorderà Agostino Zanfi e Gino Ognibene venerdì 24 giugno alle ore 19 con la messa celebrata in via Giandegola 4, luogo della loro uccisione.
di Roberto Riccò
Un evento di estrema violenza si verificò nella zona di Quartirolo la notte del 24 giugno 1922, episodio del quale sino ad oggi non si sono trovate tracce nei documenti dell’archivio della parrocchia di Quartirolo. In quel periodo storico si contrapponevano i fascisti ed i comunisti e spesso si verificarono gravi fatti di sangue.
Alcuni ragazzi e ragazze del “Circolo Giovanile Cattolico” di Quartirolo avevano organizzato per la sera del 24 giugno 1922 una festa da ballo per festeggiare la “Guazza di San Giovanni” (una festività particolarmente sentita nelle località di campagna che fino a pochi anni fa era ancora festeggiata in parrocchia) in una baracca di legno situata in via Giandegola n. 4.
Precedentemente nei primi giorni di aprile un fascista carpigiano durante una azione violenta di alcuni “arditi” carpigiani nel mantovano, fu colpito a Moglia da un colpo di pistola. Per vendicare la “grave offesa”, una trentina di squadristi carpigiani, si recò a Moglia e a Bondeno dove compirono azioni violente sia contro le strutture politiche avverse che contro le persone.
Tra i fascisti carpigiani figurava Dorando Pietri (che allora dopo i successi internazionali della maratona di Londra del 1908, di professione era autista pubblico), conosciuto nell’ambiente carpigiano come un “fascista all’acqua di rose” nonostante avesse già avuto problemi con la giustizia per fatti di violenza.
La sera del 23 giugno un gruppo di persone di Quartirolo aveva cantato “Bandiera Rossa”, cosa che era stata considerata dai fascisti locali una grave provocazione. Venuti a conoscenza che la sera successiva, il 24 giugno, queste persone si sarebbero ritrovate in via Giandegola a Quartirolo, un gruppo di 15 fascisti a bordo di una Torpedo (un furgone scoperto), guidata da Dorando Pietri, preceduti da altri due in bicicletta, arrivarono nel luogo individuato; metà dei fascisti rimasero fuori a controllare, gli altri entrarono armati di bastoni, coltelli e pistole.
Alcuni ragazzi ed alcune ragazze riuscirono a fuggire, riparandosi in una casa vicina, coloro che non erano riusciti a fuggire vennero colpiti con percosse, bastoni e coltelli. Agostino Zanfi di 16 anni fu colpito con due colpi di coltello e morì pochi istanti dopo, l’altro giovane Gino Ognibene di 15 anni subì quattro coltellate e morì dopo 185 giorni di agonia; furono feriti anche Vito Pigoni, Marco Giovanardi e Giovanni Bettelli che era sul luogo con la sua fisarmonica per rallegrare la serata..[1]
Si trattava di giovani che non avevano niente a che fare né con la violenza né con la sanguinosa contrapposizione politica di quel tempo. Al commissario di polizia che lo interrogava, Dorando Pietri dichiarò che: “…Non sapevo che fosse una spedizione punitiva… dissero che era una gita di piacere…”. Per le violenze di Quartirolo “… ci furono denunce e condanne ma tutto fu fermato dall’amnistia di Natale del 1922.
Il processo fu ripreso dopo la liberazione ma anche qui i tribunali furono bloccati dall’amnistia di Togliatti…”. Sulla tomba di Gino Ognibene vennero scolpite queste parole: “Cieco errore di tragico fato travolse sanguigno la quindicenne giovinezza innocente di Gino Ognibene”.
[1] Fabio Montella, Fra violenze inaudite e bagliori di incendio, Modena, Mimesis, 2021
1922 – 2022
IN MEMORIA DI AGOSTINO ZANFI
I Parenti ricordano Agostino Zanfi nel centenario della sua uccisione, avvenuta da parte di squadristi carpigiani dell’epoca, il 24 giugno 1922, in una festa privata in famiglia, in località Quartirolo.
Agostino, che aveva 16 anni, era iscritto all’Associazione “Giovani Cattolici” di Gargallo, dove abitava, in via Provinciale per Modena.
Verranno celebrate Sante Messe come segue:
• Cattedrale di Carpi: venerdì 24 giugno, ore 18.30
• Quartirolo, via Giandegola: venerdì 24 giugno, ore 19.00
• Quartirolo, aula liturgica: domenica 26 giugno, ore 8.00
• Gargallo, parrocchia: domenica 26 giugno, ore 10.00 Si ringraziano i parroci per la loro disponibilità nel ricordare Agostino.
Un degno ricordo per Ognibene e Zanfi
Chi volesse trovare traccia delle violenze di quel 24 giugno 1922 recandosi in Via Giandegola, al n° 4 troverebbe solo una bella villa di campagna; la tomba di Gino Ognibene è tuttora conservata nel cimitero di Carpi. Per quanto riguarda Agostino Zanfi, nel “Registro dei morti-Libro A – X /1910-1925 – N. 419 – 26.6.22” della parrocchia di Gargallo, viene indicato: “Zanfi Agostino, figlio di Giovanni e della Guerzoni Carolina, legittimi coniugi, nato a Cognento di Modena, domiciliato qui di anni 16 di professione agricolo è morto assassinato il 25 alle ore 1 nella casa n° 41 posta a Quartirolo in via Prov. Motta. Il cadavere dopo le solite esequie è stato sepolto stamane in questo cimitero parrocchiale al N° 25” (l’indicazione del giorno 25 anziché del 24 come riportato da altre cronache, dipende probabilmente da una diversa tempistica nella comunicazione Nell’attuale sistemazione del cimitero di Gargallo nell’arcata 25 non si trova traccia della tomba di Agostino Zanfi. Sarebbe interessante che l’istituzione pubblica dedicasse a questi due ragazzi che si trovarono nel luogo sbagliato nel momento sbagliato, un segno di partecipazione per la cruda violenza che troncò le loro giovani vite.
R.R.