Social e dati personali: pericoli sottovalutati?
“Lo sportello di Notizie”: il professor Giuseppe Torluccio, economista, risponde alle domande dei lettori su questioni inerenti il vivere quotidiano.
Egregio professor Torluccio, ho una domanda da sottoporle: perché ci sono così tanti interessi sui nostri dati? Non pensavo ci fosse qualcuno che potesse vendere a fare business quando noi usiamo il computer o il cellulare… Ma non c’è la legge sulla privacy? Grazie mille
Lettera firmata
Caro Lettore, il mondo è cambiato: con l’utilizzo della rete, con pervasivo dello smartphone e con la inconsapevole cessione delle informazioni sulla nostra vita. La criticità principale risiede proprio nella consapevolezza del fatto che praticamente tutto ciò che facciamo viene in qualche modo registrato, mentre noi non ce ne curiamo in alcun modo e rispondiamo con la solita espressione “… ma a chi vuoi che interessino i miei dati…”.
In realtà non è così. I nostri comportamenti, le nostre relazioni, i nostri viaggi, i nostri acquisti, interessano a molti soggetti pubblici e privati sia per finalità di sicurezza che per obiettivi di tipo commerciale. Il nostro smartphone è uno strumento potentissimo che aiuta in modo fedele a trovare la farmacia di turno, l’orario dei treni, la ricerca delle scarpette da regalare, le indicazioni per curare un fastidioso mal di stomaco, così come siamo oramai dipendenti dai messaggi di WhatsApp spediti agli amici, dalle foto ricevute, e così via.