Un nuovo modo di intendere la persona
Un contributo di Natale Brescianini, monaco benedettino e coach aziendale, ospite a Carpi per un evento di formazione per gli imprenditori organizzato da Lapam sul tema “Persona 4.0, quando non è solo questione di organizzazione”.
di Natale Brescianini, Monaco Benedettino
Da sinistra Daniele Casolari, responsabile provinciale area sindacale, Natale Brescianini, Giuseppe Bagassi, Cooperativa sociale Nazareno, Carlo Alberto Rossi, segretario generale Lapam e Paolo Seghedoni.
A me piace giocare un po’ con le parole e quindi ritengo utile partire dall’etimologia. Rifacendoci al latino, persona ha a che fare con il verbo per-sonare che significa rimbombare forte; ha quindi a che fare con il suono, la musica: siamo persone se risuoniamo, se emettiamo vibrazioni.
Rifacendoci invece alla lingua greca, persona deriva dal termine pròsopa, che indicava la maschera che l’attore indossava durante l’opera teatrale. Tale maschera aveva due funzioni: quella di amplificare la voce dell’attore e, insieme, di identificare il personaggio. Se accogliamo queste due sfumature del termine persona, possiamo dunque chiederci: Le scelte che compiamo ogni giorno, quali vibrazioni provocano in noi e negli altri? I diversi ruoli che abbiamo durante una giornata (genitori, compagni, amici, colleghi, responsabili di qualche uffi cio o funzione…) coprono qualcosa di noi o esaltano ciò che siamo?
Se coprono o nascondono qualcosa di noi il rischio è che diveniamo ipocrités (che significa attore) cadendo nell’ipocrisia: stiamo recitando una parte, ma la nostra vita vera è un’altra. Se invece esaltano ciò che siamo, ci orientano all’eudaimonìa che significa fioritura di noi stessi e delle relazioni che viviamo. In modo più semplice, ci possiamo chiedere quanto la nostra crescita professionale è in sintonia con quella personale?