MATEMATICA vs GIOCO D’AZZARDO
CulturalMente, di Francesco Natale
È il 2016 quando un fisico e un matematico pubblicano con Add Editore “Fate il nostro gioco”. Come già si evince dal titolo si tratta di un libro sul gioco d’azzardo. Diego Rizzuto e Paolo Canova, questi sono i nomi degli autori, nel libro spiegano perché “perdere è matematico”. “Fate il nostro gioco”, però non è solo un saggio, è un progetto molto più grande costituito da conferenze in giro per l’Italia e video da migliaia di visualizzazioni che hanno reso Rizzuto e Canova amatissimi in tutto il Bel Paese. Per questo nuovo “pezzo” di CulturalMente ho quindi intervistato Diego Rizzuto.
Come mai dei divulgatori scientifici parlano di gioco d’azzardo?
Per via della curiosità. C’è curiosità attorno al mondo del gioco d’azzardo. Io sono laureato in fisica, il mio collega in matematica. La nostra curiosità era quindi anche mista alla speranza. Pensavamo che parlando di matematica e gioco d’azzardo alle persone le avremmo “immunizzate” dai rischi del gioco d’azzardo. Speranza che si è rivelata un po’ illusoria. Abbiamo capito che non basta dire alle persone che non conviene giocare d’azzardo per farle smettere di giocare.
Nuove generazioni e gioco d’azzardo. Come siamo messi?
Le giovani generazioni sono state bombardate per anni da pubblicità di gioco d’azzardo. Il numero delle persone che hanno visto la conferenza o hanno letto il nostro libro non è paragonabile al numero di persone che hanno visto pubblicità di gioco d’azzardo. È una lotta impari. Le pubblicità che hanno visto le nuove generazioni promettevano guadagno quando in realtà sappiamo che non è così. Poi recentemente le pubblicità sono state bandite o sono state ridotte molto in alcuni ambiti. Non c’è un luogo in cui le giovani generazioni vengono istruite sui rischi che producono ad esempio le scommesse sportive a cui i giovani sono molto appassionati. L’argomento è complesso matematicamente e psicologicamente. Non lo riesce neanche a combattere la pubblicità progresso. Sono molto pessimista rispetto alla loro percezione riguardo al gioco d’azzardo.
Nel libro parli di tantissime storie di gioco d’azzardo. Ce n’è una che ti ha colpito in particolare? Cosa accomuna queste storie?
Tutte le storie “finite bene”, ovvero quelle che parlano di vincitori, ci insegnano che alla fine questi vincitori non giocavano d’azzardo ma semplicemente applicavano un metodo scientifico non improvvisato perché avevano capito che nel gioco c’era un baco. Una delle storie che mi ha colpito di più è quella di un geostatistico canadese di fama internazionale che trova un baco in un gratta e vinci canadese. Lui applicando un metodo riesce ad avere un guadagno di centinaia di dollari a settimana. Lui con questo sistema avrebbe potuto guadagnare migliaia di dollari al mese, ma racconta il suo metodo agli inventori del gioco. A lui non interessava guadagnare quei soldi. Ne aveva già tanti. Mi ha colpito molto questa storia perché era una mente brillante.
Luciana Littizzetto dice che voi fate vedere la matematica come una “materia meravigliosa”, una materia “calda” e non “fredda” come da molti viene dipinta…
La matematica è una materia “calda”. Le materie scientifiche sono “calde”. C’è questa falsa credenza che le materie scientifiche siano fredde. Si crede anche che chi le studia sia freddo. Vorrei sfatare questo mito. L’obiettivo del progetto “Fate il nostro gioco” non solo è quello di promuovere la salute, ma anche quello di far vedere quanto siano colorate le materie scientifiche.