Là dove le celle sono ancora chiuse…
“E si prese cura di lui”, spazio dedicato alle testimonianze dei volontari del gruppo “Don Ivan Martini” con i detenuti del carcere di Sant’Anna.
Quando entro nel carcere mi viene un pensiero che forse avete anche voi; come possiamo verso i detenuti avere la stessa misericordia che Gesù ha usato verso l’adultera, violando verso il fratello le leggi. L’assassino, da ladro, da truffatore, da violento, da spacciatore, il falso che giura in tribunale, l’egoista opprimente, chi aggira la giustizia opprimendo l’altro, che danneggia il bene comune… ecc, ha diritto all’affetto? Come dice Giobbe 6,14, da noi al soccorso? Ancor più al perdono? Noi continuiamo a gettar sassi! Questo è un tema controverso anche per molti cristiani.
Come si usano i guanti per prendere un riccio, così l’aiuto per noi non può essere che il Vangelo, però spesso lo ignoriamo. Amici c’è il Signore che fa nuove tutte le cose, specialmente verso i suoi figli prediletti; ecco chi può risollevare questi afflitti pur essendo generatori di pene.
I loro racconti che sento ogni volta che li incontro hanno al centro lamentele su situazioni controverse dovute a richieste rimaste sulla carta, pur essendo di possibile attuazione. Questo crea in loro isolamento e musi duri; e posso dire che non è solo una voce, ma un coro… là dove ancora le celle sono chiuse, conseguenze della rivolta.