Batteri alleati contro il cancro
Ricordo un divertente film di Bud Spencer nel quale impersonava uno sceriffo. Nel paese della sua giurisdizione aveva a che fare con una banda di picchiatori che si muovevano su moto e mezzi di trasporto alquanto strani.
Ad un certo punto i nemici dello sceriffo si sono alleati con lui per aiutarlo a recuperare un bambino. Per conseguire un bene maggiore anche i nemici si possono alleare. Così è stato in una ricerca che ha messo a punto una strategia di cura che vede l’alleanza con dei batteri per colpire tumori umani. Sappiamo da tempo che alcuni batteri possono essere la causa di certi tipi di tumore, come ad esempio quelli intestinali.
La ricerca sul legame tra microbiota (i batteri che albergano nell’intestino) e cancro è ancora agli inizi ma ha già prodotto diverse evidenze, per esempio, l’Helycobacter pylori è uno dei più noti batteri associati allo sviluppo del cancro e in particolare del tumore dello stomaco, ma la lista dei “cattivi” ne comprende altri come Bacteroides fragilis, Fusobacterium nucleatum e un ceppo di Escherichia coli, tutti associati allo sviluppo di tumori dell’intestino. Il tipo di tumore in questione, nella sperimentazione sull’alleanza con i batteri, invece, è il cancro alla mammella e al colon retto.
La sperimentazione iniziata sui topi è basata sulla modifica del DNA batterico per rendere il microbo molto più resistente agli attacchi del sistema immunitario controllandone il rivestimento esterno. I batteri iniettati in prossimità del tumore sono capaci di spostarsi anche verso le metastasi dal tumore originario. Con questa capacità di movimento mirato e con un rivestimento maggiormente protettivo gli sperimentatori hanno indotto i batteri a produrre una tossina antitumorale per distruggere la neoplasia. I risultati sono stati molto incoraggianti.
L’idea, quindi, funziona nei topi ma dato che gli esseri umani sono circa duecentocinquanta volte più sensibili alle tossine prodotte dai batteri rispetto alle cavie, ci si aspetta che il sistema possa produrre risultati anche migliori. Queste ricerche danno tantissima speranza. Si rimane stupiti nel vedere come l’alleanza con organismi che potrebbero essere dannosi per l’organismo diventano colleghi eccellenti nella cura di malattie estremamente pericolose per la vita dell’uomo.