Stare da cristiani di fronte alla guerra
La condanna della guerra è unanime, la priorità al dialogo pure però di fronte agli atti sacrileghi verso la vita umana come rispondere? Come arrivare alla pace?
di Alessandro Cattini
22 marzo 2022 – Il presidente dell’Ucraina Zelensky ha tenuto un discorso di 12 minuti in video conferenza presso il Parlamento italiano. ph Ansa-SIR
L’aggressione, il conflitto armato, le sanzioni, l’invio di armi, la rottura della pace in Europa. Come si pone il mondo ecclesiale di fronte alla guerra russa in Ucraina? Come valutare, da cristiani, le reazioni occidentali alla devastazione causata da questo evento? A distanza di più di un mese dall’apertura delle ostilità, proviamo a soppesare alcune delle voci emerse nel dibattito pubblico. Lungi dal voler dare risposte, desideriamo offrire qualche spunto, seppur parziale, per una riflessione sulla complessità delle questioni etiche in gioco. L’auspicio è che ciascuno possa poi proseguire autonomamente nella ricerca e nell’approfondimento.
La guerra è pazzia
Se si parla della reazione della Chiesa di fronte alla guerra non si può non partire dagli appelli di papa Francesco, che in diverse occasioni ha definito il confl itto, l’invio di armi, l’incremento delle spese militari e l’applicazione di nuove sanzioni “una pazzia”.
Per sostenere il radicale idealismo di questa affermazione, il papa ha fatto riferimento alla necessità di fermarsi subito e ricostruire la pace, abbracciando “un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato, […] un modo diverso di impostare le relazioni internazionali” (dal Discorso al Centro Femminile Italiano, 24 marzo 2022).