Abusi. Indignazione, dolore e vergogna
Le parole del Papa alle delegazioni dei popoli nativi del Canada, First Nations, Métis e Inuit.
Maria Chiara Biagioni
Vaticano, 28 marzo 2022 – Papa Francesco riceve in udienza i Membri del “Métis National Council” (Canada) ph Vatican media – SIR
Il suono dei tamburi, la musica del violino, i canti, le lingue ancestrali, le danze tipiche. La Sala Clementina in Vaticano si è riempita venerdì 1 aprile dei suoni e delle parole cariche di storia dei popoli nativi del Canada. Con i loro vestiti tradizionali, si sono presentati a Papa Francesco. Per tre giorni le tre delegazioni First Nations, Métis e Inuit hanno potuto raccontare il loro dolore, gli abusi subiti, l’ingiustizia di non avere ancora giustizia.
È una ferita profondissima. Prende la forma delle “scuole residenziali”, veri e propri luoghi dell’orrore, istituiti nel passato, per cancellare la cultura, l’identità, la spiritualità e la lingua dei popoli indigeni. Circa 150 mila bambini furono strappati alle loro famiglie. Si stima che almeno 4mila trovarono la morte a causa di malattie, fame, freddo ma anche a seguito di abusi subiti. Lo scorso anno a più riprese, attorno a queste scuole, sono state rivenute tombe anonime con dentro i resti dei corpi di questi bambini.
Ieri, Chief Rosanne Casimir, una delle rappresentanti delle First Nations, ha chiesto a Papa Francesco l’accesso ai registri e ai documenti in possesso della Chiesa cattolica per poter risalire all’identità dei bimbi scomparsi. L’udienza finale si è svolta in un profondo clima di preghiera e invocazione.