Addentrarsi nella mente di un ragazzo autistico
Aumentano i casi di bambini con Disturbo dello spettro autistico. Antonio Persico, docente di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza: “La diagnosi precoce è essenziale”.
di Maria Silvia Cabri
Antonio Persico
“E adesso?”. È la domanda che i genitori pongono ai medici dopo che al loro figlio è stato diagnosticato un Disturbo dello spettro autistico. Perché dopo la diagnosi, sempre più frequentemente precoce, il grande dilemma riguarda non tanto, o non solo, il presente ma soprattutto il futuro. Secondo dati pubblicati di recente, vent’anni fa i bambini cui venivano diagnosticato un disturbo dello spettro autistico erano circa uno su 1000. Oggi si stima che potrebbero essere uno su 70-80. Una costante tendenza all’aumento, mo- nitorata anno dopo anno, secondo cui le persone che soffrono di questo disturbo dovrebbero essere nel nostro Paese oltre 600mila. Circa quattromila nuovi casi ogni anno. Sul punto interviene Antonio Persico, professore di I Fascia in Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze dell’Università di Modena e Reggio Emilia e direttore del Programma di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza dell’A.O.U. di Modena – Policlinico.
Autismo e Disturbi dello spettro autistico. Ci sono situazioni di diversa gravità funzionale?
A rigore, stando al DSM5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) vi è una sola categoria diagnostica, ossia il Disturbo dello spettro autistico, all’interno del quale esistono molte forme diverse, i cosiddetti Autismi. Dunque, la diagnosi è una sola, Disturbo dello spettro autistico, caratterizzata dal fatto che i pazienti presentano determinati sintomi, ma all’interno della stessa esiste una varietà differente di forme, cause, espressioni, processi patogenetici e tempistiche di osservazione.