Ucraina: l’impegno della Caritas diocesana
/2. Consapevoli del carico di dolore di chi fugge.
di don Riccardo Paltrinieri, Vicario Episcopale per la carità
ph Caritas – Spes
[continua da qui] Dall’inizio dell’invasione russa si contano ormai più di due milioni di profughi ucraini; di cui circa tredicimila sono arrivati nella nostra regione, per adesso. Quindi, anche la nostra città è chiamata a dover far fronte a questa emergenza umanitaria. Attualmente stanno arrivando anziani, donne e bambini, perché gli uomini non possono lasciare il paese. Più precisamente, i nuclei famigliari sono composti in prevalenza da mamma e figli; ciò significa che occorre trovare luoghi adatti, che permettono di mantenerli uniti.
Altre possibilità di collaborare
Per grazia di Dio, non manca un discreto numero di famiglie disposte all’ospitalità. Per cui la domanda sta trovando la giusta offerta; infatti, concretamente, ad oggi, abbiamo ricevuto trentadue richieste di accoglienza e trentatré posti a disposizione. In tal modo, come Caritas Diocesana, lavorando in stretta collaborazione col Comune, subito cerchiamo di identificare la sistemazione migliore; poi ci proponiamo di accompagnare sia la famiglia da accogliere, seguendola nei vari passaggi necessari (AUSL per gli aspetti sanitari, segnalazione della propria presenza alla Questura e al Comune), sia la famiglia accogliente, supportandola e affiancandola nell’aiuto (ad esempio dando buoni dell’emporio Cinquepani, per soddisfare esigenze alimentari e d’igiene senza difficoltà). Considerando il dramma che stanno vivendo, per l’abbandono della loro terra e delle persone care, è proprio l’ascolto, il conforto, la vicinanza ciò che meglio può alleviare il forte dolore e le gravi sofferenze.
È fondamentale, pertanto, che questa generosa prossimità porti ad una reale esperienza positiva e serena. Attraverso questa impostazione, è già avvenuto l’inserimento di un nucleo di tre persone; e sono stati attivati altri inserimenti, che si concretizzeranno appena possibile.
La grazia di Dio è molto più abbondante. In aggiunta alle famiglie accoglienti, ci sono altre persone che hanno offerto la propria competenza per svolgere servizi altrettanto preziosi: accompagnamento nei vari uffici sanitari e comunali; interpretariato; assistenza medica per eventuali emergenze. Senza dimenticare le Caritas Parrocchiali, che stanno mettendo a disposizione le loro risorse (sporte di cibo, trasporti…) in risposta ai bisogni segnalati.
Siamo anche in costante contatto con la Caritas Italiana, al fine di trovare insieme soccorsi e percorsi il più possibile adeguati, conformi alla difficile situazione.
Prepararsi al dopo-emergenza
Ad essere sinceri, però, oltre al presente, ci preoccupa il futuro. Non sappiamo infatti quanti altri profughi arriveranno, quanto durerà l’emergenza e, quindi, quali altre necessità emergeranno. Perché, guardando un po’ più in là dell’immediato, una volta risolto il problema del cibo e dell’alloggio, ci saranno probabilmente: bambini che dovranno andare a scuola; adulti che dovranno conoscere la lingua; spazi e momenti di incontro da istituire per aiutare l’integrazione.
Siamo fiduciosi e pieni di speranza che, al variare delle richieste, si troveranno disponibilità confacenti, perché Dio non fa mai mancare la sua grazia, l’amore e la carità. Infatti, se prestiamo più attenzione alla storia, mediante il Vangelo, è questo ciò che di meglio ci sta insegnando. E sono sicuro che, anche se pare assurdo, eppure… in un qualche modo, per grazia, lo stiamo imparando!