Flexus: tra anime salve e santi peccatori
La buona novella del cantautore genovese interpretata dai Flexus con il commento di Brunetto Salvarani apre, domenica 27 marzo, la rassegna “Parole e Musica al Museo”.
di Luigi Lamma
I Flexus
Un uomo segnato dal confronto (o incontro?) con Cristo? Un uomo sinceramente “pensante” secondo la nota definizione del cardinale Martini per superare la cesura tra credenti e non credenti? Chi più di Brunetto Salvarani, autore con l’amico Odoardo Semellini del libro La buona novella, dedicato al cantautore Fabrizio De Andrè, può aiutarci a risolvere questi interrogativi.
Un testo che ha dato l’ispirazione agli artisti del gruppo carpigiano dei Flexus per la realizzazione del concerto che andrà in scena domenica 27 marzo alle ore 18 al Museo diocesano di Carpi, con Salvarani che interverrà a commento dei testi scelti. Evento che in pochi giorni ha registrato il tutto esaurito.
Come nasce questo libro scritto a quattro mani con Odoardo Semellini?
Beh, con Odo, scherzando, ci definiamo ormai una coppia di fatto, avendo firmato insieme una decina di libri con soggetti che spaziano da Guccini (tre volumi!) a Tex Willer, dai Giganti a Leonard Cohen… Quanto a De André, nostra passione comune, dopo averci ragionato su – su proposta della casa editrice Terra Santa di Milano – abbiamo pensato che il pianeta Faber, pur così frequentato, è ancora suscettibile di ulteriori scoperte.
Per questo, abbiamo ritenuto valesse la pena riprendere in mano, a mezzo secolo di distanza dall’uscita, un capolavoro come La buona novella. Assumendo come punto focale la preziosa e inedita testimonianza di don Carlo Maria Scaciga, presbitero della diocesi di Novara, che costituisce il cuore di questo nostro lavoro. Don Carlo conobbe Fabrizio nel 1969, dopo che questi aveva appena licenziato Tutti morimmo a stento, e favorì in maniera decisiva la nascita de La buona novella.