Premurosi come una madre
Nel tempo di Quaresima le riflessioni dei Fratelli di San Francesco in sintonia con il cammino sinodale.
di Fra Marcello
Progetto per fontana a San Francesco, Romano Pelloni
Il primo dono che Francesco riceve da Dio, subito dopo la sua conversione a Cristo e al Vangelo, è l’incontro con fratelli desiderosi di condividere la sua esperienza di vita. Ciò fu per lui motivo di grande gioia e di gratitudine, vedendo in esso la sollecitudine di un Padre che sempre si prende cura dei suoi figli. Nasce così la fraternità, intesa come vita in comune di frati che condividono tutto e che, sul modello del Vangelo, cercano di vivere lo stile dell’amore insegnato da Gesù. Nella Regola che Francesco scriverà per loro, leggiamo queste parole al Cap VI: ”ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente”.
La familiarità anzitutto, quasi un sentirsi dello stesso sangue, veri fratelli che in Cristo sentono una appartenenza reciproca e che si rivolgono l’uno verso l’altro con fiducia e confidenza. Pensando alle nostre famiglie e alle nostre comunità, ci chiediamo se davvero si percepisce questa familiarità negli atteggiamenti, nelle parole, nella capacità di ascolto reciproco; in realtà, purtroppo, spesso si avverte indifferenza, distanza e freddezza anche tra fratelli dello stesso sangue. Ma Francesco continua dicendo: “ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale” e con queste parole alza l’asticella delle esigenze dell’amore fraterno, paragonandolo all’affetto profondo della madre per ciascun figlio.
I frati si devono amare con un cuore di madre, appunto come una madre ama e nutre il proprio figlio. E’ una intuizione davvero profonda e innovativa, che nasce dall’esperienza di questo santo che vede in Dio paternità e maternità, un amore forte e solido, ma anche delicato e sensibile. Francesco vuole che i frati si manifestino la qualità di questo amore materno, con la capacità di intuizione, di attenzione e di cura di ogni mamma per il suo amato figlio, e per questo devono sentirsi pienamente fiduciosi nel chiedere al fratello, certi di essere ascoltati ed esauditi nelle proprie necessità. Uno degli atteggiamenti tipici di una madre è proprio l’ascolto, che indica accoglienza e attenzione sia nei momenti belli che nei momenti di prova e sofferenza. Così i frati, dice Francesco, devono accogliersi reciprocamente.
E’ curioso quello che dice anche in un altro passo della Regola, cioè che i frati evitino dispute di parole, non litighino tra loro e cerchino di conservare il silenzio. A pensarci, quante dispute che spesso facciamo per gonfiarci e imporre noi stessi all’altro! Invece di ascoltare le necessità dell’altro ci riempiamo di parole che magari feriscono e che dividono! C’è un momento per parlare e c’è un momento per tacere, dice la sapienza biblica; a noi la capacità di quella intuizione, che nasce dall’amore, di sapere tacere per ascoltare e di sapere parlare al momento opportuno.
Certo, per ascoltare è necessario anche il silenzio, e per questo motivo nella nostra fraternità, durante la giornata, troviamo degli spazi in cui rimanere in silenzio, quasi per creare il clima adatto per l’ascolto di Dio e l’incontro con altro. Del resto anche noi frati non siamo esenti da questi pericoli, e sappiamo bene come non sia per niente facile vivere le profonde esigenze del Vangelo.
L’ esperienza della vita comunitaria, vivendo gomito a gomito quotidianamente, ci fa sperimentare il peso della nostra umanità ferita dal peccato e bisognosa di continua conversione. In conclusione, questo è l’augurio che ci facciamo: che la Quaresima ci conduca ad un incontro rinnovato con il Signore Gesù, nostro fratello, e in lui ri-accoglierci di cuore gli uni gli altri.
Pace e bene