Un sogno strano
Un giovane sardo di vent’anni, dopo un terribile incidente con un monopattino elettrico, è stato ricoverato d’urgenza in terapia intensiva. Dopo 17 giorni, si è risvegliato dal coma ringraziando una persona che l’ha aiutato a ritornare in vita e questa persona è “il Sic”, ovvero, Marco Simoncelli, il motociclista morto nel 2011 a seguito di un incidente in pista.
Il ragazzo che si è risvegliato parla con entusiasmo di un sogno avuto prima del risveglio: un giovane con dei riccioli color oro e un cerotto sul naso si sarebbe avvicinato a lui e gli avrebbe detto di stare tranquillo che si sarebbe risvegliato al più presto. La cosa estremamente singolare è che il ragazzo dell’incidente non ha mai seguito la moto GP e gli era sconosciuto anche Marco Simoncelli; l’ha riconosciuto da una foto vista dopo il risveglio su Internet. In questa foto ha riconosciuto l’interlocutore del sogno.
I genitori dell’incidentato credono senza alcun dubbio al racconto del figlio, anche perché, hanno confermato come non avesse nessun tipo di interesse allo sport delle moto; questo fa pensare maggiormente che non sia stato solo una suggestione. La mamma continua il racconto dicendo che il figlio è stato salvato grazie all’intervento di una volontaria del pronto soccorso che, accortasi della gravità, oltre a prestare il primo soccorso ha chiamato subito un’ambulanza che ha accompagnato il giovane all’ospedale di Cagliari. Dopo due interventi chirurgici per una doppia emorragia ce- rebrale il ragazzo è andato in coma svegliandosi poi con questo racconto impresso nella memoria.
Questo episodio, letto da me su un giornale locale, mi ha richiamato alla mente tanti racconti di pazienti incontrati all’ospedale, appena usciti dalla terapia intensiva. Racconti simili ne ho sentiti tanti, o meglio, sogni molto realistici che hanno preludiato a un risveglio e alla guarigione. Chiaramente dal punto di vista scientifico è molto difficile sondare la veridicità o comunque una correlazione tra questi eventi onirici e il risveglio dallo stato comatoso. D’altra parte, anche dal punto di vista religioso, occorre avere estrema prudenza per non confondere piani suggestivi da quelli spiritualmente rilevabili. Comunque sia, non ci resta che cogliere l’aspetto positivo della narrazione e, con un briciolo di temerarietà, sperare che questa attenzione dell’aldilà con noi raminghi dell’al di qua, sia reale e di buon auspicio.