«Non metterai alla prova il Signore Dio tuo»
Commento al Vangelo di don Carlo Bellini - Domenica 6 marzo 2022
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: ‘Non di solo pane vivrà l’uomo’». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: ‘Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto’ ». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: ‘Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano’; e anche: ‘Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra’». Gesù gli rispose: «E’ stato detto: ‘Non metterai alla prova il Signore Dio tuo’» (…).
Commento
In questa domenica ascoltiamo il vangelo delle tentazioni nella versione di Luca, nella quale seguono immediatamente il brano del battesimo e della genealogia: nel battesimo Gesù è proclamato figlio prediletto del Padre e la genealogia risale di figlio in figlio da Giuseppe fino ad Adamo e a Dio per mostrare che Gesù è figlio di Dio. Nelle tentazioni si vede che tipo di figlio sia Gesù, quale sia il suo rapporto con il Padre. Nel deserto è tentato dal demonio in una specie di battaglia del cuore che provoca Gesù su alcune questioni decisive.
Due tentazioni su tre iniziano con «se tu sei Figlio di Dio», dunque si tratta di una forte sfida a Gesù sul piano dell’identità, non su qualche concreto aspetto marginale della sua vita. Egli risponde sempre citando la scrittura, la Parola di Dio, tratta dal libro del Deuteronomio. Questo, come del resto tutto il brano, ci riporta all’esperienza del popolo nel deserto, esperienza difficile e fondante, nella quale Israele impara a essere figlio o meglio avrebbe dovuto imparare a fidarsi di Dio. Nel libro del Deuteronomio Mosè dice che l’esperienza del deserto è servita per «metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi» (Dt 8,2). Gesù messo alla prova mostra di essere un figlio obbediente e fiducioso, immerso nell’ascolto della parola del Padre. Le tentazioni sono quasi un campionario di tutti i tipi di tentazioni ed è utile capirle bene, sia per Gesù sia per noi.
La prima è la tentazione di soddisfare i propri bisogni materiali, di pensare che la nostra felicità dipenda dalle cose e di essere continuamente concentrati ad accumulare più beni. La seconda è la tentazione di avere potere sugli uomini: una tentazione che non riguarda solo chi governa, tutti in fondo vorremmo il potere di far fare agli altri (marito, moglie, figli, amici) le cose che riteniamo giuste, anche per il loro bene. La terza è una sottilissima tentazione che consiste nello sfidare Dio e di sfruttarlo per la propria sicurezza, cioè vincere l’ansia dell’incertezza della vita usando Dio come una garanzia.
In fondo si parla sempre di possesso: di cose, di potere, di sicurezza. Gesù rifiuta ogni prospettiva che riduca l’esperienza umana a un possesso e si mostra un uomo molto concreto ma completamente spirituale, cioè aperto ad accogliere il senso della realtà come un dono. Nel vangelo di Giovanni dirà ai suoi discepoli «è lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla » (Gv 6,63). Gesù rifiuta il dominio sulla natura per soddisfare i propri desideri, il dominio sugli uomini per amore della gloria e la sfida a Dio per la propria sicurezza diventando in tutto un messia di pace.
Anche noi ci chiediamo spesso chi siamo, e possiamo pensare che la nostra vita dipende dalle cose, dal potere, dalla sicurezza e magari siamo sconfortati dal timore di valere poco. Anche per noi la nostra identità di figli di Dio è la cosa più salda, ci è donata per amore nel battesimo e chiede come risposta un abbandono fiducioso.
Tentazione: in greco peirasmòs che significa tentazione o prova. In senso positivo significa dar prova di sé (ad es. della propria fedeltà), in senso negativo essere sfidati anche fino al peccato. In ogni caso la prova rivela la verità dell’uomo. Dio mette alla prova l’uomo per vedere cosa ha nel cuore (Dt 8,2), il demonio tenta l’uomo perché si allontani da Dio. Anche l’uomo può mettere alla prova Dio (ad esempio in Es 17, la sollevazione di Israele a Massa nel deserto).
Deserto: i quaranta giorni di Gesù nel deserto ricalcano l’esperienza di Israele nell’esodo. Le citazioni di Gesù dal Deuteronomio rimandano direttamente a momenti critici del percorso del popolo nel deserto: esattamente Dt 8,3b alla manna (Es 16); Dt 6,16 alla sollevazione di Massa (Es 17); Dt 6,13 al vitello d’oro (Es 32). Gesù è un israelita esemplare: dove il popolo ha ceduto Lui si è mostrato forte e fedele.