Insieme per la pace
La messa al Corpus Domini con l’Azione Cattolica
Pur nella preoccupazione crescente che assale il mondo in questi giorni, con la parola guerra tornata drammaticamente al primo posto della cronaca, non si ferma il flusso incessante di appelli alla pace, al cessate il fuoco con gli strumenti del dialogo, della preghiera, della solidarietà in attesa dei primi arrivi dei profughi che fuggono dall’Ucraina.
Ne abbiamo avuto testimonianza in questi giorni assistendo al confronto tra Sindaci e Vescovi del Mediterraneo a Firenze, una vera e propria scuola di dialogo, sulle orme del sindaco santo Giorgio La Pira. Autorità politiche e religiose che mettono al primo posto il bene delle popolazioni a loro affidate. Proprio quella gente che nei momenti del bisogno sa unirsi e non si volta dall’altra parte davanti alle necessità di chi vive il dramma della guerra. Lo abbiamo visto in tante città italiane ed europee in questi giorni con le piazze piene e con il moltiplicarsi in queste ore di incontri e iniziative, come accaduto a Carpi, per testimoniare affetto e vicinanza concreta con la Comunità ucraina.
Unanime l’adesione alle parole del Papa ed al suo invito alla giornata di digiuno e preghiera del 2 marzo. Un cuore straziato quello di Francesco che ancora all’Angelus di domenica 27 febbraio ha fatto sentire la sua voce implorante la pace.
“Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada e non smettiamo di pregare, anzi supplichiamo Dio più intensamente”, ha detto Francesco. “Chi fa la guerra dimentica l’umanità”, è il monito di Francesco: “Non sta dalla parte dalla gente, non guarda la vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto gli interessi di parte e di potere, si affida alla logica perversa e violenta delle armi e si distanzia dalla gente comune che vuole la pace”. “In ogni conflitto la gente comune è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra”, la tesi del Papa: “Penso agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini. Sono fratelli e sorelle per le quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti”. “Con cuore straziato per quanto accade in Ucraina, non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria e in Etiopia”, ha aggiunto Francesco.
“Lo ripeto, tacciano le armi”: ha ribadito il Papa: “Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.