È sempre e solo colpa del Covid?
Nel 2021 più del 50% delle famiglie italiane ha rinunciato a prestazioni sanitarie causa l’indisponibilità di risorse economiche. Nella presentazione del bilancio welfare delle famiglie italiane svoltasi a Roma nel gennaio 2022, si è appurato che molti nuclei famigliari sono in un grande disagio economico.
Oltre al non poter far fronte alle spese mediche, il 56% ha rinunciato all’assistenza degli anziani e il 58% all’assistenza dei bambini. Una causa di queste rinunce è senz’altro addebitabile alla pandemia che ha provocato restrizioni nella disponibilità dei servizi sanitari e rinvio delle cure ma, certamente, non può esserne la sola.
La causa ancora più rilevante è quella economica che riguarda proprio l’impossibilità a sostenere i costi delle prestazioni, e questo, non può nascere solo dagli squilibri originati dalla pandemia. Il rapporto tra i servizi offerti e la famiglia media italiana, che realmente ha cambiato in questi anni la sua connotazione, si è veramente incrinato. Aumenta il numero degli anziani e quasi il 30% di loro vivono soli; quelli che vivono con la famiglia e hanno esigenze serie sono più di sei milioni.
In tutto questo non si trovano risposte adeguate e risorse sufficienti per alleggerire le famiglie ed affiancarle nella quotidianità. Quasi il 70% di famiglie con anziani a carico, letteralmente si arrangia, senza l’ausilio di nessun aiuto. Non possiamo trincerarci sempre dietro all’alibi del Covid ma dobbiamo prontamente rivedere l’allocazione delle risorse e una gestione più oculata di queste.
Per un Paese è veramente una sconfitta morale sentire, cosa udita con le mie orecchie, una coppia di anziani coniugi discutere su chi dei due dovesse sottoporsi gli esami diagnostici prescritti perché non potevano permettersi di sostenerli entrambi. Chiaramente, l’impedimento era di natura economica. Il sistema di welfare non dà risposte adeguate agli anziani e ai famigliari che se ne prendono cura. Il cambiamento nelle strutture familiari genera nuovi bisogni aumentando il dislivello riguardo all’offerta; il cambiamento sociale deve adeguare anche l’attenzione ai servizi e farsi carico di esigenze che i singoli o i nuclei familiari non riescono ad affrontare.
Dalla prospettiva etica questa situazione richiama un dovere ad accelerare decisioni e riorganizzazioni per far fronte a ciò che non ha niente a che vedere con un Paese come il nostro. È mai possibile che questo sia dovuto al solo cataclisma Covid 19? Non credo proprio.