Pazienti e familiari: tutelare il rapporto
Casulli, direttore sanitario del Ramazzini: “L’accesso è di norma vietato ma ci sono eccezioni valutate dal personale sanitario”.
di Maria Silvia Cabri
L’aumentare dei contagi Covid e la pressione sulle strutture ospedaliere causata dall’elevato numero di ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive ha inevitabilmente portato molti ospedali a irrigidire le norme per le visite ai degenti da parte di parenti e familiari per evitare la formazione di pericolosi focolai all’interno dei reparti.
Se questo è comprensibile da un punto di vista organizzativo, va sottolineato che l’aspetto umano non andrebbe mai dimenticato nei luoghi di cura e che le direzioni sanitarie dovrebbero sempre tenere conto che in talune circostanze di particolare gravità va garantita la possibilità di far visita al proprio caro sebbene nel rispetto delle dovute norme di sicurezza sanitaria. Dopo due anni di pandemia, non è tollerabile che si continui a morire senza il conforto dei propri cari”.
Le parole di Marialucia Lorefice, presidente della commissione Affari sociali della Camera, sono specchio di tante realtà ospedaliere e sollevano riflessioni che coinvolgono più campi. Sul punto interviene Francesco Casulli, direttore sanitario dell’ospedale di Carpi.