Giorno del Ricordo, le cerimonie a Carpi e a Mirandola
Mattarella: famiglie che hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze
Questa mattina presso il monumento collocato all’interno del Parco Martiri delle Foibe a Carpi, si è svolta la cerimonia commemorativa del “Giorno del Ricordo”, promossa dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia” (A.N.V.G.D.) e la Fondazione Fossoli. Dopo la preghiera e la benedizione nel ricordo delle vittime di don Riccardo Paltrinieri, sono intervenuti il sindaco Alberto Bellelli e Giampaolo Pani, presidente del Comitato provinciale di Modena dell’A.N.V.G.D.. A Mirandola il sindaco Alberto Greco ha deposto una corona di alloro in via Martiri delle foibe a San Giacomo Roncole. Oltre al Sindaco erano presenti l’assessore Roberto Lodi e don Fabio Barbieri, parroco di Santa Maria Maggiore in Mirandola. Sempre in mattinata gli studenti delle scuole secondarie di Mirandola hanno partecipato all’incontro organizzato dal Comune e dalla biblioteca comunale “E. Garin” con Massimo De Leonardis, docente dell’Università Cattolica di Milano sul tema “Istria: rapporti tra potenze nella tragedia di un popolo” e con lui Roberto Riccò, autore del libro “Quegli strani italiani del villaggio S. Marco di Fossoli”.
Mattarella: rinnovare la memoria è un impegno di civiltà
“È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia e così macchiate di sangue innocente. I sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze. Una ferita che si è aggiunta alle altre”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del “Giorno del ricordo”. La ricorrenza, sottolinea il Capo dello Stato, “richiama la Repubblica al raccoglimento e alla solidarietà con i familiari e i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati nelle foibe, degli italiani strappati alle loro case e costretti all’esodo, di tutti coloro che al confine orientale dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo”. “La sciagurata guerra voluta dal fascismo e l’occupazione nazista – sottolinea Mattarella – furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie aggravando l’orribile succedersi di crimini contro l’umanità di cui è testimone il Novecento. Crimini che le genti e le terre del confine orientale hanno vissuto con drammatica intensità, generando scie di risentimento e incomprensione che a lungo hanno segnato le relazioni tra popoli vicini”. “L’Europa nata dalla pace e il dialogo ravvivato dall’affermazione delle democrazie hanno aperto e sviluppato una strada nuova”, osserva il Capo dello Stato, secondo cui “queste memorie hanno guadagnato rispetto, dignità, ascolto. Sono storia vissuta, monito e responsabilità per il futuro”. “Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile”, conclude Mattarella: “Questo è l’impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di collaborazione, di speranza. La scelta di Gorizia e Nova Gorica, che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l’intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell’amicizia, della comprensione, del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti”.