Una grande famiglia capace di attendere
Canalchiaro 149. Il seminarista Stefano Simeoni racconta con quale spirito si prepara a questa nuova fase del suo cammino di preparazione al sacerdozio.
La Chiesa? E’ una grande famiglia che viaggia verso la stessa direzione ma il cui capo treno non minaccia di partire senza aspettare i ritardatari e coloro che non hanno pagato il biglietto ma è disposto a fare attendere tutti per cercare di fare salire a bordo i più deboli”. Tra i tanti pensieri e sentimenti che hanno albergato nel cuore di Stefano Simeoni, seminarista ammesso dal vescovo Erio tra i candidati all’ordine sacro lo scorso 8 gennaio, c’è questo desiderio di misurarsi con il mistero della Chiesa e di discernere quando realmente si vive un’esperienza ecclesiale degna di questo nome.
Stefano prima raccontaci cosa hai provato nel pronunciare il tuo “eccomi”, confermando l’impegno a proseguire il cammino verso il sacerdozio?
Sicuramente la gratitudine verso Dio e verso chi ha guidato la formazione, è stata l’armonia di sottofondo che ha caratterizzato le ultime concitate giornate di preparazione ma anche il senso di responsabilità davanti agli impegni che ininvestendole nanzi alla Chiesa locale intera ci si prende.
L’emozione ha fatto capolino soprattutto durante le parole del vescovo Erio che sono riuscite, senza superare l’ambito dato dalla liturgia del giorno, a sintetizzare questi anni di dura e affascinante preparazione alla vita sacerdotale. Poi la presenza di nutrite rappresentanze delle varie parrocchie e realtà ecclesiali toccate in questi anni ed addirittura la presenza delle corali riunite di Carpi, nonostante la difficile situazione pandemica, che con vivo affetto mi hanno accompagnato. Gratitudine e responsabilità quindi, verso Dio e verso il suo popolo, sono le due note caratteristiche dell’evento appena celebrato e con questi sentimenti continuo a meditare il significato profondo di quanto, per grazia di Dio, avvenuto”.
Perché questa ricerca di risposte su cosa sia la Chiesa in verità?
Perché mi vengono in mente tanti volti che mi hanno aiutato in questi anni nella sequela di Cristo Gesù e della comunione sperimentata fin da subito con tutte queste persone, spesso diversissime da me. Una comunione frutto di un Amore che ha toccato ciascuno nel profondo, guarendo, sanando, liberando, rilanciando; qualcosa che noi, da noi stessi, non possiamo produrre né governare ma solo accogliere e a nostra volta ri-donare, non frutto di nostri meriti ma dell’infinita Misericordia di Dio per i suoi figli; un Amore che parte dall’Eucarestia e che anche grazie alla mediazione materna di Maria attraversa le nostre fragili vite di vita nuova e che ritorna all’Eucarestia facendoci un solo Corpo. Un mistero davvero dei più affascinanti!.. continua a leggere.