Sentire e vedere dal carcere
“E si prese cura di lui”, spazio dedicato alle testimonianze dei volontari del gruppo “Don Ivan Martini” con i detenuti del carcere di Sant’Anna.
La realtà carceraria è tutt’altra cosa da quello che si vede in Tv; è fatta di solitudine, di compromessi, di amicizie a convenienza e di povertà materiale ma specialmente psicologica, e intellettuale, di lontananza. Quando entri in questa struttura, sei privato sia della libertà, che di per sé è una condanna pesantissima, ma anche della tua dignità, così la tua persona viene annullata, in sofferenza ogni giorno, non solo dal comportamento nostro, ma anche dai vari organi che gestiscono la struttura. Siamo trattati come feccia: in sostanza, senza umanità.
Le cose essenziali, come l’igiene, il sanitario, e soprattutto il reparto psicologico, non funzionano. L’igiene: si è verificato che per una settimana, l’acqua calda non ha funzionato, per giorni il lavandino non scaricava; siamo nella stagione fredda e alla richiesta di provvedere si rischia di ottenere sempre la risposta, “stiamo provvedendo”. Parliamo di cibo… da mangiare meglio alle bestie (io non ho grandi pretese), non pretendiamo il GrandGourmet, ma un pasto decente viene cucinato dai detenuti, che non sanno nemmeno cos’è l’Haccp, ossia il corso di formazione da tenere in questi casi. Il che comporta che, se hai qualche soldo, lo usi per acquistare qualcosa per mangiare).
Reparto sanitario: per avere una visita, devi fare una domanda e capita che anche dopo dieci giorni ancora non ti hanno chiamato. Per risolvere devi fare astinenza della terapia che segui, un ricatto. Per paura in merito alle mie complicazioni di salute, mi hanno dato udienza e fissato la visita, ma poi non ti seguono se il tuo problema esiste ancora, e si continua così. Reparto psicologico: una persona che entra qui dentro si trova in condizioni che da solo non riesce a risolvere, han- no bisogno di un supporto, specialmente quelli che la prima volta ci si trovano loro malgrado! Le sedute vengono fatte una volta al mese, quando va bene; sappiamo bene che dovrebbero essere più frequenti, se si vuole consentire alla persona di recuperare veramente, per poi reinserirla nel mondo sociale e lavorativo. E’ un aspetto molto importante per evitare che a fine pena, gli ex carcerati non ritornino indietro perché ancora soli e abbandonati, e senza avere riacquistato la dignità perduta.
Reparto sezione: qui la storia non cambia, le guardie o sono assistenti o sono molto giovani, non hanno l’esperienza di come ci si comporta con i detenuti, non tutti ma la maggior parte hanno un atteggiamento strafottente, maleducato. Per avere una qualsiasi cosa devi chiamare loro, gridando e sbattendo l’anta della porta cella, per farti sentire da loro che sono nella loro postazione, fanno finta di non sentire, e noi siamo portati, quasi istigati direi, a fare confusione per farci sentire… continua a leggere.