Sinodalità dei discepoli e verticalità dello Spirito
Pubblichiamo la prima di tre riflessioni sugli Atti degli apostoli e il cammino sinodale, a cura di monsignor Ermenegildo Manicardi, che ci accompagneranno nel tempo di Avvento.
di Mons. Ermenegildo Manicardi
Duccio di Buoninsegna, Pentecoste (1308-11), Maestà del Duomo di Siena.
Gli Atti degli apostoli presentano l’espandersi della Chiesa nei territori che si affacciano sull’arco nord/est delle coste del Mediterraneo, partendo da Gerusalemme e arrivando a Roma. Si tratta di un cammino complesso, segnato da variegate vicende e che a buon diritto può essere defi nito sinodale. Fu, infatti, una strada vissuta insieme – nonostante molte tensioni – per poter affrontare al meglio situazioni nuove, talvolta persino imbarazzanti, per superare problemi apparsi all’improvviso e per rispondere ad esigenze tanto inedite quanto inevitabili.
La molla che muove la Chiesa in Atti non è il desiderio di uno sviluppo progressivo e geometrico della propria forza missionaria, ma l’obbedienza alla voce dello Spirito che chiama molti altri a quella salvezza di cui già godono i discepoli. Per questo Gesù risorto parla a Paolo del popolo di Dio «numeroso» che già esiste in Corinto prima che l’Apostolo cominci a predicare. Le formule usate in Atti testimoniano la consapevolezza che lo sviluppo della comunità non è un allargamento geografico prodotto dalle strategie dei pastori e dall’entusiasmo dei fedeli, ma è “un dono verticale” che viene dall’alto.
Già nel sommario che chiude il racconto del giorno di Pentecoste: ricorre una di queste espressioni rivelatrici dell’assoluta verticalità nello sviluppo della Chiesa: «Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (2,47). La stessa affermazione è riferita alla parola di Dio intesa come il vero agente che suscita le nuove adesioni: «E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente » (6,7). Della comunità di Antiochia di Siria si dice: «Quando Barnaba giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti» (11,23s).
La Chiesa è guidata, nel concreto delle vicende umane dai suggerimenti dei profeti e di tanti altri uomini che intraprendono ed inventano sempre strade nuove per obbedire al comando missionario. Questo è vero anche per le situazioni negative e questo ci fa “tremar le vene e i polsi”. Non raramente i blocchi dell’evangelizzazione per cui non la Chiesa non procede e lo smagliarsi della cultura cristiana che ha segnato così positivamente altri tempi ed altre epoche sono strumenti che lo Spirito Santo sfrutta per avviare nuovi percorsi e per “piste ferrate” prima non osate e inaccessibili… continua a leggere.