Panchine rosse in memoria di Pina, Barbara e di tutte le donne vittime di femminicidio
"Questa panchina vuole essere il simbolo di una società che non accetta più la violenza sulle donne"
E’ stata inaugurata stamattina sul rialzato di piazza Martiri una panchina rossa, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
Un segno di attenzione e vicinanza a tutte le donne vittime di violenza e nello specifico dedicata a due carpigiane uccise, entrambe nel 2011, da uomini che dicevano di amarla. Giuseppina “Pina” Caruso e Barbara Cuppini.
Presenti all’inaugurazione della panchina, su cui è stata è stata posta una targa con inciso il nome delle due donne e il numero delle due associazioni a cui rivolgersi in caso di violenza alle donne, il Centro Antiviolenza “Vivere Donna” e il Centro di accompagnamento al cambiamento per uomini “Liberiamoci dalla Violenza – LDV”.
Presenti all’inaugurazione la mamma e la figlia di Pina Caruso, Gerardina Sarro e Sofia Caruso (che ha preso il cognome della madre dopo che la stessa è stata uccisa dal marito) e la zia di Barbara Cuppini, Kadra Jama. Le tre donne hanno simbolicamente deposto sulla panchina una rosa rossa.
“Siamo grati all’amministrazione e a tutte le persone che hanno reso possibile l’installazione di questa panchina rossa –ha affermato Sonia, venti anni, che dopo il diploma sta studiando per diventare manager nel campo della moda -. Il rischio che certi tristi eventi vengano poi dimenticati esiste, ma noi non ci siamo mai sentite sole ed è stato importante questa riflessione collettiva in memoria di tutte le donne uccise e in particolare di mia mamma e di Barbara”.
“Siamo fortunati perché siete sempre stati al nostro fianco – ha proseguito Kadra Jama -. Questa panchina vuole essere il simbolo di una società che non accetta più la violenza sulle donne”.
A manifestare la loro vicinanza e a rinnovare l’impegno a sostegno delle donne, il sindaco Alberto Bellelli, l’assessore alle Pari opportunità, Tamara Calzolari, il presidente dell’Unione Terre d’Argine, Enrico Diacci, il direttore del Distretto sanitario, Stefania Ascari, il Prefetto di Modena, Alessandra Camporota, i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, la presidente del Centro Antiviolenza “Vivere Donna”, Laica Montanari, Monica Dotti, responsabile del Centro di accompagnamento al cambiamento per uomini “Liberiamoci dalla Violenza – LD”’ e tanti esponenti dei gruppi a sostegno delle donne.
“Ben 109 donne sono morte da inizio anno in Italia e solo il 15% di esse denuncia – ha dichiarato il Prefetto Camporota -. Rinnovo l’impegno delle istituzioni nel sostegno alle vittime di violenza. Dobbiamo aiutare le bambine a riconoscere qual è l’amore, a smantellare, nel 2021, una cultura vecchia ma purtroppo ancora tanto radicata. Solo denunciando si può superare la cultura della violenza e dell’oppressione”.
“Barbara e Pina sono due persone che mancano alla nostra comunità perché ci sono state sottratte in modo terribile – ha proseguito il sindaco Alberto Bellelli –. Per troppo tempo ci siamo lavati la coscienza immaginando che la violenza di genere sia tipico solo di altre culture. Al contrario, è qua e le ultime due settimane nella nostra regione lo dimostrano”. “Stamattina ho conosciuto Sonia, che all’epoca dei fatti era piccola. Lei perse tutto in pochissimi istanti, ma trovò due nonni che in quei giorni mi dissero ‘ci siamo riscoperti papà e mamma’”.
Due panchine rosse sono state inaugurate questa mattina anche davanti al Conad di via Marx, a Carpi, donate dal titolare Raul Gabrieli e dalla moglie, nell’ambito di un’iniziativa promossa da Conad Nordovest.