Importanza del dubbio
L’uomo saggio cerca la verità e spesso si lascia accompagnare dal dubbio. L’uomo superficiale ama le sue certezze e non permette che il dubbio alberghi nella sua mente. Oggi è più facile incontrare il secondo piuttosto che il primo. Per accorgersene non sono necessari molti sondaggi; è sufficiente assistere un poco ai così detti talk show televisivi. Socrate parlava di “dotta ignoranza”; si riferiva alla consapevolezza che uno ha di non sapere, indispensabile per porre le domande che devono guidare il processo conoscitivo. Sant’Agostino elogia il dubbio e ne enumera i frutti.
Il dubbio, tra l’altro, è prezioso perché ci dà la certezza che siamo capaci di conoscere la verità, per cui ci assicura che ogni sforzo che facciamo in questo senso non è vano. Infatti, chi dubita conosce alcune verità fondamentali con assoluta certezza: chi dubita sa di esistere; chi dubita sa di essere alla ricerca della verità; chi dubita sa che la conoscenza della verità è importante; chi dubita sa di non essere lui il padrone della verità; ecc.
Da parte mia, vorrei sottolineare l’importanza del dubbio nel processo conoscitivo e in ogni forma di dialogo. La conoscenza, quando è il risultato di un lavoro personale e non è appena accettazione passiva di quello che ci è detto da altri, è sempre il frutto di un lungo percorso, le cui tappe più salienti sono l’osservazione della realtà, la formulazione di concetti, l’elaborazione di raziocini, e termina con l’enunciazione di un giudizio.
In tutto questo percorso, il soggetto riflette sempre su una conoscenza precedente, rispondendo alle domande che quella conoscenza suscita in lui. La serie di “perché” che il bambino di quattro anni rivolge ai genitori, non è un capriccio, ma è l’espressione del dinamismo della nostra intelligenza, che nel bambino è del tutto autentico e privo di inibizioni. Ebbene, tutte le domande sono frutto di un dubbio, ossia di una comprensione incompleta. Per questo, rifiutare il dubbio è impedire un vero processo conoscitivo e chiudersi nella illusione delle proprie certezze. Ancor peggio, si corre il rischio di accettare come vero tutto quello che ci è detto, vendendo a poco prezzo la nostra vera libertà di pensiero e tutto quello che essa comporta.
Il pensiero critico, da non confondere con la diffidenza, viene stimolato proprio dall’esercizio del dubbio. Il dubbio è fondamentale anche nel dialogo. La realtà oggetto di dibattito è sempre molto complessa. Gli slogan che spesso ci tocca ascoltare sono semplificazioni che possono trasmettere l’illusione di una più facile soluzione del problema, ma di fatto lo complicano. In realtà, più dubitiamo, più abbiamo la possibilità di conoscere, di approfondire, di scorgere una luce nel buio, e di arrivare alla soluzione giusta. Quanto più accettiamo il dubbio, tanto più siamo capaci di ascoltare gli altri, di non chiuderci nelle nostre opinioni e di non considerarci infallibili.
Il dubbio è talmente prezioso che deve convivere anche con il suo opposto, la fede nella Rivelazione di Cristo. Solo il credente che ha dubbi può approfondire la propria fede. Credere che il dubbio sia un ostacolo alla nostra fede è un errore: il dubbio è strumento che può aiutarci a fortificarla. Come ha affermato più volte lo stesso Papa Francesco, l’incertezza nei confronti della fede ci spinge a conoscere più a fondo il Signore e il progetto che ha delineato per noi. Dobbiamo sempre ricordare che una cosa è la verità che Gesù ci ha rivelato, un’altra cosa è la comprensione che noi possiamo averne. Non raramente la comprensione umana della Rivelazione divina è sconfinata nell’eresia. Anche da parte di persone molto intelligenti.
Inoltre, le diverse comprensioni della fede impongono la necessità del dialogo; persino nelle piccole comunità cristiane. E cosa dire, poi, del dialogo interreligioso? Come sarebbe possibile, senza il dialogo, l’unità all’interno della Chiesa e una unione veramente fraterna fra tutti, come auspica Papa Francesco?