Uomini così normali e così violenti
“Giornata internazionale contro la violenza alla donne”. Il Cif e Notizie hanno promosso un incontro per analizzare i problemi e formulare proposte.
di Maria Silvia Cabri
Hanno partecipato al forum sulla violenza contro le donne: Eleonora Guerzoni, Irene Ciambezi, Maria Giulia Campioli, Milena Lasalandra, Anna Gelli.
Violenza che esplode
Incontenibile, forse prevenibile, ma che nessuno è stato in grado di fermare. Alla vigilia del 25 novembre, “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, in cui si ricordano le violenze consumate e subite nella speranza che ogni donna, ragazza e bambina possa sentirsi finalmente libera, la provincia di Modena è stata triste teatro di un’ascesa indescrivibile di violenza. Sulle donne, e non solo.
In soli tre giorni nella nostra provincia, sono stati commessi tre femminicidi (Modena città, Sassuolo e Montese): a morire sono state una madre, una compagna, una moglie, una nonna. Ma anche due bambini di 2 e 5 anni. Ad ucciderle, il figlio, il marito, il compagno nonché padre dei piccoli. Ancora una volta il luogo che simbolicamente rappresenta l’affetto, la tranquillità, la protezione, la condivisione, diviene in realtà il principale posto della violenza contro le donne.
Da questa “normalità” occorre quindi partire per interrogarci su un fenomeno che ha radici antiche e non retrocede, anzi si inasprisce, lasciando dietro di sé sempre più vittime. Donne. Proprio in occasione della “Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne”, il Cif (Centro italiano femminile) e Notizie hanno promosso nella sede della redazione, nel pieno rispetto delle misure anti Covid, un forum, ossia un momento di dialogo e confronto sul tema, coinvolgendo anche rappresentanti della Comunità Papa Giovanni XXIII e dell’Agape di Mamma Nina.
Educazione: partire da qui
“La terapia decisiva per curare la violenza contro le donne può essere somministrata solo dalle donne stesse. Cioè dalle mamme. Lo dico da uomo, e da padre che non si dimentica di essere figlio, ben consapevole che senza il contributo maschile, preziosissimo ma sussidiario, la battaglia contro quel comportamento odioso e intollerabile non sarà vinta”.
Luciano Moia, giornalista e caporedattore del mensile di Avvenire dedicato alla famiglia, “Noi famiglia & vita”, così introduce il tema del necessario coinvolgimento degli uomini, dei padri, in quel progetto educativo fondamentale per formare coloro che saranno gli uomini del domani. Perché “la pedagogia ci ha mostrato che i comportamenti, le abitudini, gli stili di vita assorbiti in casa con il latte materno saranno replicati nelle relazioni adulte. Per imitazione consapevole o condivisa. Oppure per contrapposizione violenta e lacerante”.
“Esiste un forte legame tra i fatti di cronaca e l’educazione – afferma Anna Gelli del Cif -. E’ giusto parlare di sanzioni, inasprimento delle pene, carcere, ma occorre anche puntare a prevenire, ossia investire sull’educazione già dalla tenera età. Tutti sono coinvolti: la famiglia, con la figura del padre che deve dimostrare con l’esempio il concetto di parità con il ruolo della mamma”… continua a leggere.