Intervista a Francesco Cavazzuti. Sempre più a fondo nell’amore di Dio
Seminarista della nostra Diocesi che il 20 novembre sarà ordinato diacono dal Vescovo Erio.
di Virginia Panzani
“ … Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13,1). Ha scelto questa frase Francesco Cavazzuti per il ricordino dell’ordinazione diaconale, che gli sarà conferita sabato 20 novembre, in Cattedrale, nel corso della Santa Messa presieduta dal Vescovo Erio Castellucci alle 20.30. Parole che esprimono non solo i sentimenti con cui il “nostro” seminarista si avvia a questo ministero, in vista del presbiterato, ma che costituiscono anche il filo conduttore del suo cammino di discernimento.
Trentanove anni, originario della parrocchia del Corpus Domini, dove è stato battezzato e ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana, Francesco è medico veterinario. Mentre faceva servizio come educatore all’oratorio Eden, tappa cruciale nella sua esperienza di fede, dal 2006 fino al suo ingresso in Seminario nel 2016, ha lavorato nel settore dell’allevamento. Un’esperienza professionale che ha contribuito ad alimentare in lui la prima “scintilla” della chiamata del Signore a seguirlo con il dono di tutto se stesso.
“Vengo dalla campagna e ho sempre nutrito una grande passione per gli animali – racconta Francesco -. Terminato il liceo scientifico, ho perciò scelto di diventare veterinario. Guardando oggi ai dieci anni trascorsi negli allevamenti curando le vacche da latte, credo che siano stati preziosi per la mia maturazione personale e vocazionale. In oratorio mi sono lasciato avvicinare dalle vite complicate, ma piene di speranza dei ragazzi: lì ho incontrato il Signore. Stando poi nelle stalle, a stretto contatto con quanti lavorano con impegno e fatica, la mia passione per gli animali è diventata passione per le persone: ho iniziato ad avvertire in me il desiderio di amare di più il mio prossimo e di prendermene cura”.
Francesco, come ti stai preparando “spiritualmente” all’ordinazione diaconale?
Sono appena rientrato dagli esercizi spirituali a Gaiato per i seminaristi delle Diocesi dell’Emilia-Romagna, un momento di grazia che mi ha aiutato a stare più profondamente con il Signore, nel silenzio, e a far “decantare” la sua Parola. Mi torna alla mente in questi giorni il primo versetto del Salmo 62: “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua”.
Quando si avverte di essere amati infinitamente da Dio non si può che desiderare di tendere sempre più verso di lui, sorgente da cui sgorga l’unica acqua che disseta. Un amore, rivelatoci da Gesù, che abbraccia ciascuno di noi e ci sprona a realizzare quella umanità autentica, piena di bellezza, per cui siamo stati fatti… continua a leggere.