Don Ivo, una grande fede in opera
Sabato 20 novembre si inaugura la mostra che ripercorre vita e opere del sacerdote carpigiano don Ivo Silingardi.
di Magda Giglioli
“La cosa che più ci ha colpito nella convivenza e nel lavoro con lui è stata la sua fede incrollabile nel Signore e la sua sconfinata stima per l’uomo”.
Con queste parole, Sergio Zini, Presidente Cooperative Sociali Nazareno, traccia una nitida immagine della persona e del sacerdote che è stato don Ivo Silingardi a cui è dedicata la mostra “Una storia semplice, don Ivo Silingardi e le Cooperative Sociali Nazareno”. Non sarà solo una semplice mostra che ripercorre la vita di questo sacerdote quella che verrà inaugurata sabato 20 novembre presso la sede ex Mantovani Sport in Corso A. Pio 71 a Carpi, ma sarà sia un omaggio che le Cooperative Sociali Nazareno vogliono dare al loro fondatore sia una testimonianza a tutta la città di come un sacerdote, con il suo stile semplice, ha saputo dare vita nel corso degli anni a realtà molto importanti per tutta la comunità.
Nato a San Matteo (Mo) il 28 agosto 1920, scelto da Dio fin dalla sua prima giovinezza, don Ivo, entra in Seminario all’età di tredici anni e ne esce sacerdote nel 1943. Furono tre le persone fondamentali della sua vita: don Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia, e prima ancora della Comunità Opera dei Piccoli Apostoli a San Giacomo Roncole (MO) per l’accoglienza di orfani di guerra e abbandonati, a cui don Ivo si unì subito. L’altra è monsignor Vigilio Dalla Zuanna, Vescovo di Carpi (1941-52) ed ex Ministro Generale dell’Ordine dei Frati minori Cappuccini ed infine l’incontro con don Luigi Giussani nel corso di una sua visita a Carpi nel 1986.
Dal carcere alle scuole professionali
Appena sacerdote, don Ivo, chiede di essere incardinato nella Diocesi di Carpi (che è la stessa di don Zeno) ed il suo primo incarico fu la conduzione, a Casinalbo (MO), dell’Opera Pia Bianchi con, al suo interno, una scuola di Istruzione Agraria dove venivano accolti ed aiutati circa cinquanta ragazzi. È il periodo della guerra ed è difficile non esserne coinvolti, soprattutto per un sacerdote come don Ivo che non si tira indietro e poiché l’Opera che dirige si trova in una posizione strategica a metà strada tra la pianura e la montagna… continua a leggere.