Nessuna donna al vertice: l’ennesima occasione sprecata
Le elezioni comunali 2021 hanno registrato l’assenza della figura femminile in posizione apicale. Le consigliere carpigiane intervengono sul punto.
di Maria Silvia Cabri
Le recenti amministrative, a prescindere dai risultati delle votazioni, hanno messo in evidenza un dato comune, a livello nazionale quanto locale. L’assenza di donne nelle posizioni apicali. Su otto città chiave al voto, laddove c’era una donna candidata sindaco, nessuna è arrivata al ballottaggio.
È un quadro a tinte sempre più amare, quello della partecipazione delle donne in politica. Roma, Torino, Milano, Napoli, Salerno, Benevento, Rimini e Trieste: qui, a parte qualche eccezione in centri più piccoli, nessuna donna è arrivata al secondo turno. Numeri alla mano, è la conseguenza scontata di un quadro di partenza scoraggiante: su 145 candidati sindaco nei 17 Comuni capoluogo delle Regioni a statuto ordinario al voto figuravano solo 25 donne: appena il 17,2% rispetto all’82,8% degli uomini (120 in tutto).
Sono dati che impongono delle serie riflessioni e che dipingono uno scenario desolante, frutto di dinamiche diverse: da un lato, un meccanismo di selezione della classe politica poco attento alle questioni di genere. Dall’altro, c’è stata forse la tendenza a non candidare donne alla guida di coalizioni competitive nei Comuni.
Queste elezioni, dopo tante parole, potevano essere una buona occasione per mostrarsi realmente attenti al tema. Invece sono state l’ennesima occasione persa. Un riequilibrio delle quote di genere, si poteva, in teoria., ipotizzare nella corsa ai Consigli comunali, dove la presenza di candidate donne (grazie alla doppia preferenza) è normata da una regola precisa: un obbligo, in sostanza. Di conseguenza, su 13.281 candidati totali alle assemblee dei medesimi 17 Comuni capoluogo: le donne in corsa erano 5.956 (44,9%), mentre gli uomini 7.325 (55,1%)… continua a leggere.