Garantire un servizio nel momento del dolore
Gibellini, Salvioli e Bonomi: il lavoro durante la pandemia, la ricerca di spazi accoglienti e l’aumento della richiesta di cremazione.
di Maria Silvia Cabri
La pandemia non ha arrestato il loro lavoro, anzi lo ha (purtroppo date le circostanze) incrementato, modificandone però le modalità di svolgimento, lasciando un segno negli stessi operatori. Si tratta delle Onoranze funebri: con la loro attività, possono diventare anche un interessante specchio per analizzare i mutamenti della società.
Un campo d’indagine significativo riguarda ad esempio il rapporto con il termine della vita e la diffusione sempre più ampia in Italia della scelta della cremazione, come confermato da tutte le tre agenzie funerarie interpellate. Nel nostro paese fino a qualche anno fa la decisione sembrava essere quasi scontata e la maggior parte delle persone optava per la classica sepoltura, dietro la spinta di motivazioni religiose e della tradizione.
Negli anni la cremazione, le cui origini risalgono all’antichità, ha riscosso sempre maggiori consensi, riuscendo a coniugare istanze profonde, come la liberazione dello spirito dal peso della corporeità secondo la mentalità corrente, e di tipo pratico, in relazione per esempio ad attenzioni igieniche e logistiche, che ben si adattano al mondo contemporaneo. Una tendenza in continuo aumento, soprattutto nelle grandi città e nelle regioni settentrionali… continua a leggere.