Caritas Internationalis ai leader del G20 a Roma
La confederazione Caritas Internationalis, con 162 membri operanti a livello locale in 200 Paesi, che ricorda quest’anno il 70° di fondazione, chiede al G20 di trasformare le promesse in azioni concrete garantendo un accesso equo al vaccino anti-covid ai Paesi meno sviluppati
Aloysius John, segretario generale Caritas Internationalis
In occasione del vertice G20, in programma il 30 e 31 ottobre a Roma, Caritas Internationalis chiede di accelerare la risposta globale alla pandemia di covid-19. Per la Confederazione è oggi necessaria una volontà politica più forte, giacché finora non è stato fatto abbastanza in tale ambito.
Il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, ribadisce che «per quanto riguarda i vaccini, trasformare le promesse in azioni concrete richiede un’attenzione immediata prima che sia troppo tardi. Se non si garantisce un accesso equo ai vaccini alle persone più vulnerabili che vivono nei Paesi meno sviluppati, non potremo mai uscire da questa pandemia. È una responsabilità globale non soltanto rendere disponibili e accessibili i vaccini, ma anche sostenere il rafforzamento dei sistemi sanitari dei Paesi più vulnerabili, le cui già precarie condizioni sociali ed economiche sono state ulteriormente evidenziate dalla pandemia di covid-19».
Caritas Internationalis ritiene che l’accesso ai vaccini sia un diritto fondamentale per i cittadini dei Paesi in via di sviluppo e che oggi i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini contro il covid-19 costituiscano un considerevole ostacolo nell’affrontare prontamente la pandemia.
«Come ha affermato Papa Francesco – aggiunge Aloysius John – soltanto con la solidarietà potremmo tutti uscire da questa crisi. Caritas Internationalis chiede pertanto che vi sia solidarietà globale per aiutare i Paesi meno sviluppati ad affrontare la pandemia, nonché il trasferimento del know-how tecnologico necessario per incoraggiare la produzione locale di vaccini laddove possibile. Altrimenti sarà impossibile un recupero sostenibile da questa crisi».
A pesare gravemente sui Paesi meno sviluppati è anche il debito internazionale. Tali governi sono infatti costretti a concentrare tutti i loro sforzi nella restituzione del debito anziché sul benessere dei propri cittadini. In un recente studio intrapreso dalla rete Caritas è emerso che in Zambia, dal 2012 ad oggi, il rimborso del debito è stato intrapreso a scapito di servizi fondamentali per la popolazione, quali vaccini, istruzione, sanità, acqua e servizi igienici.
Pertanto Caritas Internationalis chiede a tutti i leader del G20 di: assicurare un accesso equo ai vaccini e promuovere i sistemi di salute integrale nei Paesi a basso reddito per garantire uno stoccaggio adeguato e l’adozione di politiche di vaccinazione globale adattate ai contesti locali; sospendere immediatamente i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini e i trattamenti per il covid-19 al fine di permettere a più Paesi di produrre vaccini contro il coronavirus; cancellare immediatamente e permanentemente tutti i costi relativi al servizio del debito in scadenza nel 2021 e 2022. Tale misura dovrebbe essere accompagnata da un approccio più ampio che preveda anche la creazione di un processo sistematico per la restituzione del debito coordinato dalle Nazioni Unite.
Caritas Internationalis è una confederazione di 162 membri che operano a livello locale in 200 Paesi e territori, il cui ruolo è quello di coordinare le operazioni di emergenza, formulare politiche di sviluppo e difendere la giustizia.