Sinodo. Si apre una stagione straordinaria
Il teologo Brunetto Salvarani indica alcuni spunti per un percorso che vorrebbe coinvolgere tutti i credenti ed accogliere i contributi di chi guarda la chiesa dall’esterno.
Ph. Siciliani Gennari – SIR. Vaticano, 7 ottobre 2019. Papa Francesco guida la processione, la preghiera e l’inizio dei lavori del Sinodo sulla Amazzonia.
di Brunetto Salvarani
Nei limiti di un intervento che ha l’obiettivo di gettare appena qualche sassolino per agitare acque che ci si augura possano divenire lustrali, vorrei evidenziare tre punti che in questo momento percepisco come cruciali per la felice riuscita dell’imminente cammino sinodale.
Tre passaggi che contribuirebbero a misurare, fra l’altro, quanto la scelta episcopale sia stata dettata da una convinzione profonda, o da una rassegnazione ormai obbligata di fronte all’insistenza del Papa: il primo richiamo del quale alla necessità di un sinodo nazionale è ormai di sei anni fa, novembre 2015, a Firenze al quinto convegno della Chiesa italiana.
Questione di metodo fedele allo stile di Gesù
Per prima cosa, a dispetto della pubblicistica che si pasce di argomenti divisivi più o meno sentiti, bisognerà avere consapevolezza che il cammino sinodale, se vorrà riuscire, dovrà concentrarsi su questioni di metodo, più che di contenuti (i quali, naturalmente, non mancheranno, come non dovranno mancare le decisioni e gli sguardi di prospettiva, pena ulteriori frustrazioni per ciò che resta del mondo cattolico). Perché? Perché sinora, salvo benemerite eccezioni, nei precedenti, la parola d’ordine della sinodalità, del camminare insieme, sia pur sovente proclamata, è rimasta talora sulla carta; ed è necessario che si passi finalmente dalla carta alla vita.
E che lo si faccia sulla scia dell’unico Maestro possibile e veritiero, Gesù di Nazaret… continua a leggere.