Democrazia, opinioni e interessi
Nei tanti talk show televisivi, l’informazione e i così detti “approfondimenti” sono spesso trasformati in spettacoli che attraggono per il linguaggio e i comportamenti ben poco civili dei partecipanti, chiamati “opinionisti”. Non so se qualcuno ci ha pensato; la parola opinione è la stessa che caratterizzava la sofistica al tempo della democrazia ateniese in declino e che ne ha determinato la fine. I sofisti erano persone intelligenti che, invece di rispettare il valore e le finalità proprie della intelligenza umana, se ne servivano per trovare “ragioni” capaci di convincere gli altri della validità della propria posizione politica. Per loro la verità, a difesa della quale sorgerà Socrate, non interessava.
Nella democrazia non si può prescindere dalla ricerca e dal rispetto della verità. Quando, però, si confronta la verità delle cose, che necessariamente è unica anche se presenta aspetti diversi, e la varietà delle opinioni che in democrazia devono essere tutte rispettate, sorgono divisioni e l’unanimità è molto difficile da ottenere. Allora si ricorre al principio di maggioranza. Si è soliti dire che la maggioranza ha sempre ragione. Ma questo non è vero. La ragione c’è quando si rispetta la verità delle cose e i diritti di tutti. Quando la verità e i diritti dei cittadini non sono rispettati, la democrazia entra in crisi. E questo, oggi, capita spesso, perché i gruppi di potere che condizionano i governi in modo subdolo riescono a far prevalere i propri interessi e non il bene comune.
Il conflitto può essere risolto, sia pure in forma sempre precaria, se si considerano i tre momenti fondamentali della vita democratica. In un primo momento della vita democratica c’è il formarsi delle condizioni che permettono una decisione. Qui deve prevalere il dialogo aperto, ampio, vero e sincero, nella ricerca di ciò che si ritiene più valido. In questa prima fase, importantissima, la minaccia è costituita proprio dall’opinionismo. In questo momento non vale il principio uno vale uno. Qui vale competenza, autorevolezza e, soprattutto, apertura nella ricerca della verità.
In un secondo momento si giunge all’apice della vita democratica, dove si esercita il potere vero e proprio. I rappresentanti del popolo, nel parlamento, devono fare le leggi nel rispetto del principio di maggioranza. Qui vale il principio “uno vale uno”. A questo livello, la minaccia è rappresentata dalla ricerca del consenso, a scapito del bene comune, quale bussola che tutti dovrebbero seguire. In questo momento i rappresentanti del popolo dovrebbero contribuire a creare un consenso popolare intorno ai valori costituzionali per i quali sono stati eletti, e non essere succubi dei gusti ondivaghi del momento. Il governo, poi, dovrebbe dare esecuzione sicura a quanto stabilito dalle leggi. E il potere giudiziario dovrebbe vegliare perché le leggi e le disposizioni governative siano osservate.
In fine, in un terzo momento, è necessario che il tutto possa trovare applicazione nella base e nel concreto della vita delle persone, grazie al lavoro di tutte le istituzioni create a questo fine. A questo terzo livello, importantissimo, la grande minaccia è costituita dalla corruzione. In questo momento, in cui nuovamente non vale più il principio uno vale uno, si deve evitare il clientelismo e premiare la capacità e l’onestà.
Se quanto argomentato fino ad ora è vero, è facile comprendere quanto la democrazia sia fragile. E’ vero che, nonostante tutto, è pur sempre la miglior forma di governo; ma questo non dispensa dallo sforzo di farla – per così dire – rinascere continuamente. I singoli cittadini dovrebbero munirsi di strumenti che permettano di far capire le vere qualità di un uomo impegnato in politica. Ne vorrei indicare una che è come la cartina di tornasole. C’è una parola che è all’origine di ogni forma di corruzione e di vera minaccia alla democrazia. E’ una parola che si cerca persino di non nominare, per mantenere nascosta la triste realtà che nasconde; è la parola interessi. Se vogliamo capire la vera posizione di un politico, dobbiamo scoprire in nome di quali interessi sta parlando e lavorando. E poi non dimentichiamo mai che quando ci sono ingiustizie sociali, la democrazia è ferita.