I media cattolici, bussole del cammino sinodale
Avvenire, Notizie e la fitta rete di comunicazione
di Erio Castellucci, vescovo di Carpi
Pubblichiamo il messaggio del vescovo Erio diffuso in occasione della Giornata diocesana per il quotidiano Avvenire.
La consultazione capillare del popolo di Dio che si prospetta in tutto il mondo richiede una fitta rete di comunicazione. Le inevitabili resistenze che accompagnano i primi passi del cammino sinodale vanno affrontate con serenità, facendo risuonare le esperienze che alcune decine di diocesi italiane hanno vissuto o stanno vivendo con la celebrazione di un loro Sinodo. Mettere in circolo le ricchezze maturate nelle nostre Chiese è un servizio evangelico. Tra le prime parole di Gesù c’è questa: “non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi, la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt5,15-16).
Una malintesa “umiltà” porta troppo spesso i cattolici a trascurare la comunicazione delle “buone opere”, correndo il rischio di privare “gli uomini” di alcune luci di speranza. Stando a recenti statistiche, è successo anche durante la pandemia: molte delle persone che hanno ricevuto l’assistenza delle comunità cristiane non lo riconoscono, forse neppure lo sanno: fino a dichiarare che la Chiesa non ha fatto molto, ma per fortuna c’era la Caritas…
Intendiamoci: non si tratta di esibire il bene compiuto; incombe un’altra parola di Gesù, poco più avanti: “non sappia la tua sinistra quel che fa la destra” (Mt6,3). L’elemosina, a cui il Signore si riferisce, non deve mai essere sbandierata. Ma una cosa è vantarsi di ciò che uno compie, un’altra è informare di ciò che opera una comunità. La stampa cattolica svolge oggi questo grande compito: diffondere non solo “buone idee”, ma anche “buone opere”. Papa Francesco ripete che “la realtà è più importante dell’idea” non per depotenziare il pensiero, ma per evidenziare che la prassi ha un impatto più forte. Una prassi sulla quale poi riflettere; una prassi che faccia pensare.
Il cammino sinodale appena avviato, che in questo primo anno assume totalmente le proposte del Sinodo dei Vescovi, attiverà prassi che richiedono una corretta informazione. Il rischio altrimenti è di deragliare verso il facile scetticismo di chi ha già deciso che tanto le idee non verranno messe in pratica o di chi, su altri versanti, scambia la sinodalità con i dibattiti parlamentari.
Grazie, Avvenire e Notizie, perché ci aiutate invece a metterci in ascolto profondo di “ciò che lo Spirito dice alle Chiese”.