Mirandola: 75° della rinascita dello scoutismo
Presentazione del libro che rilegge i ricordi dal 1956 al 2016 nel loro contesto storicoculturale.
di Virginia Panzani
Fiamma accesa
Non dimenticherò mai questi tempi vissuti con voi. Fate in modo di tenere sempre accesa la fiamma dell’amicizia che vi unisce e vi rende fratelli e sorelle. Cercate di non dimenticare la strada che abbiamo percorso insieme e la fatica che ci ha uniti”. E’ l’invito contenuto nel “quaderno di via” di Mariella Bruschi, indimenticata capo reparto, ad aprire, in modo programmatico, il libro “Scoutismo a Mirandola. Almanacco scout mirandolese 19562016. Storia di un territorio e di una proposta educativa”, a cura di Stefano Zerbini e Fabio Balboni e pubblicato da Arbor Carpensis, società editrice di Notizie.
Articolato in due volumi, per 900 pagine e 1100 fotografie, l’Almanacco sarà presentato venerdì 15 ottobre, alle 21, all’Auditorium Levi Montalcini, nell’ambito delle celebrazioni per il 75° anniversario della rinascita dello scoutismo in città, a seguire i due precedenti libri degli stessi autori e a preparare il terreno per il centenario delle prime promesse scout a Mirandola, che ricorrerà nel 2024.
Quei tempi “mitici” e l’evolversi fino ad oggi
Una “fiamma dell’amicizia”, per usare le parole di Mariella Bruschi, che fu accesa per impulso di don Francesco Venturelli, e che, mai spentasi del tutto nonostante la soppressione imposta dal fascismo e la guerra, fu ravvivata da don Nino Levratti grazie alla testimonianza del primo capo reparto mirandolese degli anni ‘20, Arnaldo Pozzetti. E’ dunque questa rinascita che il 75° celebra, mettendone in evidenza le profonde radici piantate un secolo fa, su cui si innesta a tutt’oggi il fiorente movimento scout mirandolese.
“Con questa terza pubblicazione – afferma Stefano Zerbini – io e Fabio Balboni abbiamo cercato di ripercorrere il periodo che va dai tempi ‘mitici’ degli anni ‘50 a quelli attuali, sottolineando la continuità di un metodo educativo che a Mirandola, da una fase pionieristica, per così dire, di sperimentazione, si è fatto sempre più collaudato e vissuto. Facendo poco clamore e lontano dai riflettori, generazioni di ragazzi e ragazze mirandolesi si sono formati e hanno dato il loro contributo alla società come buoni cristiani e buoni cittadini secondo l’espressione coniata da Baden-Powell”… continua a leggere.