Salvare i migranti dal gelo delle Alpi
Il Festival delle Abilità Differenti ospita la testimonianza di don Luigi Chiampo che ha fondato il “Rifugio Fraternità Massi” di Oulx.
di Maria Silvia Cabri
“Nessuno deve morire di freddo di fronte a casa nostra”: don Luigi Chiampo, parroco di Bussoleno (Torino) un comune in Val di Susa, racchiude in questa frase l’opera di accoglienza e aiuto dei migranti che sta portando avanti dal 2018. Il 17 settembre di quell’anno, infatti, ha fondato il “Rifugio Fraternità Massi” di Oulx, a pochi chilometri dal confine tra Italia e Francia, per ospitare i migranti di passaggio sulla rotta alpina. Don Luigi sarà ospite a Carpi, nell’ambito del Festival Internazionale delle Abilità Differenti, mercoledì 6 ottobre alle 21 in Auditorium San Rocco. Titolo dell’incontro: “Da qualche parte tutti veniamo”. Porterà la sua testimonianza diretta sul tema delle migrazioni.
Don Luigi, come è nato il Rifugio?
Circa tre/quattro anni fa la rotta balcanica e quella africana si sono spostate verso la Val di Susa in quanto si era inasprita la frontiera a livello di Ventimiglia. I migranti usano l’Italia come “passaggio” verso la Francia, la Germania e i Paesi del Nord. Qui da noi però le condizioni sono diverse: la neve, il freddo, i valichi a 2000 metri: nell’inverno 2017 il flusso era altissimo e in primavera sono riaffiorati dal ghiaccio i cadaveri di chi non ce l’aveva fatta.
Inoltre, c’era stata un’occupazione del sottoscala della chiesa di Claviere, in corrispondenza del passo del Monginevro che porta in Francia, creando un certo scompiglio. In quanto responsabile dell’Uffi cio migranti della diocesi di Susa, fui chiamato a occuparmene. Di qui la decisione di realizzare il Rifugio, un centro d’accoglienza staccato dal confine, a Oulx, che desse una risposta efficace e più “legale” all’emergenza migranti… continua a leggere.