Siamo liberi, ma non del tutto
Siamo liberi, ma non del tutto. La nostra libertà ha dei limiti. E’ importante prenderne coscienza. Desidero enumerare e descrivere un poco i limiti più significativi. Anzitutto, la nostra libertà è quella di un soggetto creato. Questo significa che il fine ultimo, in rapporto al quale sono valutate implicitamente tutte le scelte libere, non è la persona stessa a definirlo ma il Creatore dell’uomo. Così come non è l’orologio a determinare che il suo fine è misurare il tempo e non, per esempio, la temperatura, ma è l’orologiaio che lo ha fatto; allo stesso modo è il Creatore, e non l’uomo, a definirne la natura e lo scopo ultimo al quale deve tendere. Per raggiungere il suo fine ultimo (la propria realizzazione piena, la felicità senza fine) l’uomo non è determinato da un meccanismo interno come nell’orologio, e neppure dall’istinto come negli animali, ma dalla sua coscienza, sempre libera nei confronti di qualsiasi bene limitato, proprio perché tende per propria natura al bene assoluto.
Il secondo limite è costituito dalla libertà degli altri. Tutti condividiamo l’affermazione secondo la quale la mia libertà finisce dove comincia il diritto dell’altro. In realtà, questo limite riguarda appena la libertà di scelta; non la libertà nella sua dimensione più profonda, in quanto autodeterminazione del soggetto nel suo essere e nel suo agire. Rispettare i diritti e le libertà degli altri è parte essenziale di quel bene che per natura l’uomo persegue. Volere e fare il male agli altri non è un bene che possa concorrere al raggiungimento del fine ultimo dell’uomo. Chi fa male all’altro, fa male anche a se stesso.
In terzo luogo, sono limiti alla nostra libertà tutte le leggi dello Stato. Le leggi obbligano o proibiscono. E spesso si contrappongono a quello che sarebbe il nostro libero volere. Coloro che in questo tempo di pandemia hanno polemizzato su certe restrizioni imposte dal governo, dimenticano che lo Stato esiste proprio per questo: rendere possibile la convivenza, armonizzare interessi contrastanti, difendere il più possibile i diritti di tutti, impedire a chi ha fatto del male di continuare a farlo. Se riflettiamo bene, anche i limiti imposti dalla legge sono un bene. Accettarli non tarpa le nostre ali nel lungo volo verso il bene pieno che ci realizza, ma le rende più sicure.
Giungiamo, così, a quei limiti che percepiamo molto poco, ma che sono quelli che ci diminuiscono maggiormente: i condizionamenti sociali e i nostri limiti personali. I condizionamenti sociali sono quelli che ci inducono a pensare e a esprimere giudizi che non concorrono al nostro vero bene. Sono i condizionamenti indotti dalla pubblicità, dalle tante mode, dal bisogno di offrire una immagine di noi stessi che sia accettata dagli altri, dal pensiero dominante, ecc. Come sappiamo, la libertà non consiste nel fare una cosa piuttosto che un’altra, ma nel sapere quello che si vuol fare e volerlo perché siamo noi a decidere in quel senso. Per questo c’è vera libertà di scelta solo quando si decide in modo cosciente e non indotto da forze esterne.
Anche i limiti personali pesano molto nelle scelte che facciamo. Ognuno di noi ha una storia che ci condiziona. Possiamo aver interiorizzato fin dall’infanzia una cultura che presenta aspetti positivi, ma anche negativi. Possiamo avere inibizioni, fobie, preconcetti, forme di ignoranza non colpevoli. Son tante le cose che possono offuscare la nostra mente e indurci a fare scelte che noi stessi, più tardi, giudichiamo sbagliate. Chi nella vita pensa di non avere mai sbagliato, probabilmente non è completamente sano dal punto di vista psicologico.
Come possiamo vedere, i primi tre gruppi di limiti in realtà proteggono la nostra libertà vera. Invece, i condizionamenti sociali e i limiti personali ci impoveriscono impedendoci di essere pienamente noi stessi. Tra i tanti compiti che abbiamo nella vita, c’è anche quello di imparare a discernere tra ciò che realmente si oppone alla nostra libertà e quello che invece ci permette di essere veramente liberi.