Richiesta beatificazione di don Venturelli: la documentazione presentata al Vescovo Erio
L'iniziativa promossa dal gruppo Scintilla e presentata da monsignor Manicardi
Da don Venturelli a don Cavazzuti: Chiesa di Carpi orgogliosa della testimonianza dei suoi preti
Carissimo Arcivescovo Erio,
iniziando la celebrazione della più amata Eucaristia cittadina, nella festa della Madonna Madre di Cristo assunta al cielo, la comunità diocesana carpense desidera affidarti – per le mani di due dei promotori dell’iniziativa, il Presbitero don Caro Truzzi e l’Ingegner Antonio Gelli, rappresentanti del gruppo «Scintilla» – la documentazione delle 700 firme di condiocesani che auspicano l’eventuale apertura del processo per la beatificazione di don Francesco Venturelli, arciprete di Fossoli e di fatto Assistente del Campo di Concentramento della sua parrocchia, assassinato nell’ormai lontano 1946.
È un gesto che intende onorare la memoria di un sacerdote fattosi martire per non correre il pericolo di lasciare senza viatico un uomo, che gli era stato indicato come moribondo in un incidente stradale presso la sua canonica.
Poniamo questo gesto a una settimana dai funerali di don Francesco Cavazzuti, che a causa della sua solidarietà con i contadini senza terra della parrocchia brasiliana dove viveva come fidei donum, il 27 agosto 1987 fu vittima di un attentato, che non riuscì a togliergli la vita ma lo rese completamente cieco per gli altri 34 anni della sua vita.
La Chiesa di Carpi evangelicamente orgogliosa di questi suoi eroici presbiteri vuole sottolineare pubblicamente la riconoscenza imperitura a questi discepoli del Signore, generosi e coraggiosi, che ci consegnano uno stile di Chiesa che è speranza anche per il nostro futuro.
Monsignor Gildo Manicardi, vicario generale
La documentazione presentata al Vescovo per l’avvio del processo di beatificazione di don Francesco Venturelli
A S.E.R.
Mons. Erio Castellucci
Vescovo di Carpi
Le iniziative assunte dalla diocesi, per ricordare il 75° anniversario dell’uccisione del parroco di Fossoli nel 1946, hanno consentito di riportare all’attenzione di tutti, compresi i più giovani, l’eccezionale figura di questo nostro presbitero.
Il suo servizio pastorale a Mirandola, con la promozione del primo gruppo scout in diocesi, l’impegno generoso in parrocchia, l’assistenza spirituale e materiale ai detenuti nel Campo di Concentramento di Fossoli di Carpi (MO), prima e dopo il 25 aprile ’45, hanno costituito la premessa dell’atto supremo: il sacrificio della vita stessa per restare fedele al suo ministero sacerdotale. Quando venne chiamato di notte per assistere religiosamente un ferito, andò prontamente, benchè conscio del pericolo. Così venne assassinato in quello che poi si rivelò un vile agguato.
Il logo utilizzato per annunciare ed accompagnare le diverse iniziative diocesane contiene esplicitamente il termine martirio; negli interventi pubblici del Vescovo e del Vicario Generale abbiamo letto o ascoltato espressioni impegnative ed eloquenti su don Francesco: santità sacerdotale, appartiene al martirologio dei preti morti per non mancare al proprio dovere di ministri dei sacramenti, tasso di eroicità che onora tutto il clero carpigiano, martire del ministero pastorale. Si è citata l’affermazione di Tertulliano: “Il sangue dei martiri è semente di nuovi cristiani”.
Se queste parole sono “pietre”, se esprimono chiaramente un giudizio di valore, non possono restare senza conseguenze pratiche. Lei Vescovo Erio, intervistato da un quotidiano, ha detto testualmente: “Sulla possibile beatificazione non posso promettere nulla, ma credo che, se c’è la condizione per poter chiedere di avviare un’indagine secondo un procedimento stabilito dalla Chiesa fin nei minimi particolari, si possa procedere.”
Ora a noi sembra che, una volta definita martirio la morte di questo buon samaritano nella sequela di Cristo, la “condizione” richiesta ci sia. Lo si è formalmente riconosciuto per don Lenzini, il parroco di Crocette di Pavullo ucciso in modo analogo a don Venturelli, per il quale il Papa ha recentemente approvato la proposta di beatificazione. Quest’ultimo sarà un evento di grande importanza per la diocesi di Modena, che vedrà impegnato in prima persona il proprio Arcivescovo, che unisce nella sua persona le diocesi di Modena-Nonantola e Carpi.
Riteniamo perciò auspicabile che, sulla base delle norme canoniche, il nostro comune Vescovo, coerentemente con le iniziative fin qui attuate per onorare il martire don Francesco, dia formalmente avvio al procedimento, come a lui solo compete. Sarebbe l’atto più opportuno in questo 75° anniversario, tanto più in un tempo in cui si riconosce alla testimonianza un ruolo essenziale per l’evangelizzazione.
Il Gruppo Scintilla – Carpi