Quel no a chi aiuta la vita
Dall’assemblea regionale dell’Emilia-Romagna
di Luigi Lamma
E’ tempo di ferie, per chi può permettersele, ma l’impegno per il diritto alla libertà di espressione e di educazione e per la difesa della vita non va e non può “andare in vacanza”. Anzi sarebbe saggio approfittare di questo tempo per rimettere in fila le idee, informarsi e studiare perché al rientro non mancheranno le occasioni di confronto.
Nei giorni scorsi, ad esempio, nel generale disinteresse dei media, l’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha respinto una proposta avanzata da due consiglieri della Lega nella quale si chiedeva di autorizzare la presenza di sportelli informativi di associazioni del volontariato impegnate nell’aiuto alla vita nei consultori e all’interno delle strutture ospedaliere emiliano-romagnole. Ai paladini della legge 194 è bene ricordare che questa possibilità è prevista all’articolo 2 dove si afferma: “I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
Come prevedibile questa proposta, ragionevole e coerente con le indicazioni del legislatore, è stata bocciata a conferma di quanto siamo ancora lontani da un approccio al tema interruzione volontaria di gravidanza e legge 194 libero da pregiudizi e faziosità. Nulla di nuovo all’ombra delle torri bianche di viale Aldo Moro. Però c’è un passaggio del dibattito assembleare, così come riportato nella sintesi di una nota stampa, che desta qualche perplessità e sono le espressioni utilizzate da un’esponente del Partito Democratico intervenuta per motivare il diniego alla proposta: “Non bisognerebbe mortificare la libertà di scelte individuali. I consultori sono punti di rete integrata che svolgono una funzione precisa orientata al supporto ma non alla compulsione delle libertà personali”.
Un giudizio sull’operato di volontari, volontarie e professionisti che operano nei Centri di Aiuto alla Vita o nei servizi per le maternità difficili francamente irricevibile. Pensare all’impegno di queste realtà come “mortificanti la libertà di scelte individuali” o orientato “alla compulsione delle libertà personali” è quanto di più lontano ci possa essere dalla realtà e smentito dalle testimonianze di centinaia di madri, anche nella nostra Regione, che sono state accolte, ascoltate e aiutate a rimuovere le cause, relazionali e materiali, che ostacolavano il loro desiderio di maternità. Perché questo e niente altro accade quotidianamente, nel silenzio, nelle nostre città, grazie all’impegno dei volontari.
Desta poi qualche sorpresa che tra le fila della maggioranza nell’assemblea legislativa non si siano alzate voci dissonanti da parte di quei politici che per storia e formazione personale sicuramente hanno tutti gli elementi di conoscenza della realtà del volontariato in questo ambito di fragilità. La difesa della vita, da quella nascente fino agli ultimi istanti, non può essere spacchettata a periodi o a situazioni, per porre le etichette di destra o di sinistra.
Il richiamo a questa visone unitaria a tutto ciò che minaccia la vita umana è continuo da parte del Papa e lo stesso vescovo Erio ha dedicato diversi interventi all’argomento. E’ una responsabilità che riguarda tutti i credenti e impegna alla coerenza in particolare chi ricopre ruoli politici. Ci vuole coraggio per sottrarsi alle logiche di schieramento e restare fedeli ai propri valori. Lo si è visto a livello nazionale nel dibattito sul ddl Zan (questo sì per ora va in vacanza), e nel rifinanziamento della Guardia Costiera libica, lo dimostra questo atto, semisconosciuto, dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e lo si vedrà nei prossimi giorni quando si dovrà affrontare il dibattito su una legge per l’eutanasia legale per la quale si stanno raccogliendo le firme. Allora buone vacanze! Ma senza dimenticare i compiti da svolgere.