Sacro Cuore: la comunità educante ha vinto la sfida
Il preside Cavazzuti del Sacro Cuore traccia un bilancio di un anno “impegnativo ma bello e che ci ha insegnato tanto”
di Claudio Cavazzuti, preside Sacro Cuore Carpi
Le maestre Maria Rosaria Russo, Annamaria Ruosi e Carla Stefanini
Difficile fare un bilancio oggettivo e chiaro di un anno scolastico decisamente “difficile”. Ciononostante, è giusto provarci e allora occorre riavvolgere il nastro della memoria e riandare a settembre 2020 per capire quali sono state le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare. La tentazione, forse, sarebbe quella di archiviare questo anno, augurandosi che tutte le difficoltà che si sono puntualmente verificate non si ripetano più. In effetti le difficoltà, è inutile nasconderlo, ci sono state tutte.
La prima che mi viene in mente è quella legata a una serie incessante di delibere e linee guida, cui ottemperare. Dalle famose rime buccali, agli accessi scaglionati, agli ingressi e deflussi differenziati, al patto di corresponsabilità educativa, alle modalità di gestione di casi di positività e delle rispettive quarantene. Questo proliferare di norme, che si modificavano in continuazione, ha costretto la scuola a un continuo lavoro di aggiornamento e adeguamento che non è scontato, né tantomeno facile e immediato.
E poi lo scoraggiamento ogni qualvolta che una sezione o classe veniva chiusa, con la conseguente organizzazione della didattica a distanza per le classi o per gli studenti a casa. Il periodo di lockdown che sembrava non voler finire mai. L’idea era quella di aver a che fare con qualcosa che continuamente mutava e su cui era difficile pensare di resistere e uscirne vincitori. Difficile è stato anche non poter vivere alcuni momenti qualificanti della scuola, di aggregazione che contribuiscono a conferire un’identità al nostro istituto.
Tuttavia, preferisco ricordare questo anno scolastico, come quello in cui, come istituto, abbiamo accettato la sfida del virus, cercando di creare realtà sicure e comunque efficaci dal punto di vista educativo e scolastico. E come l’anno in cui si è intrapreso un cammino di rinnovamento della didattica, sempre più attiva dal punto di vista degli studenti, utilizzando in maniera significativa gli ampi spazi che abbiamo a disposizione e introducendo l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Ma forse la cosa più importante di tutte è che, come comunità educante, scuola, studenti e famiglie, abbiamo saputo lavorare insieme… continua a leggere.
“Grazie care maestre. Non vi dimenticheremo”
Una vita a scuola, una vita per la scuola. Annamaria Ruosi e Carla Stefanini, dopo anni di appassionato e onorato insegnamento sono andate in pensione. Un pezzo significativo di storia dell’istituto Sacro Cuore.
Quando avete incominciato a insegnare?
Annamaria: Il mio ingresso nella scuola Sacro Cuore risale al lontano 1978, anno in cui mi fu affidata una numerosa classe terza.
Carla: Ho incominciato ad insegnare alle elementari dell’istituto nell’anno 1979/80, dopo una breve esperienza di supplenze nella scuola statale.
Come era allora la scuola?
Annamaria: All’epoca la scuola era gestita dall’ordine religioso delle Suore di Carità, in via Ciro Menotti: alcune di loro erano insegnanti, poi gradualmente fecero il loro ingresso diverse giovani insegnanti laiche.
Carla: Dopo aver sostenuto un colloquio con l’allora direttrice Suor Ida Maria, iniziai il mio anno di prova in una affollatissima prima. Da subito ho avuto la sensazione che quello fosse un luogo di lavoro “speciale”, sia per la laboriosa e carismatica presenza delle insegnanti religiose, sia per lo spirito di condivisione e fiducia reciproca, da parte dei gestori e da parte dei genitori. Questi ultimi, da sempre, asse portante nella scuola Sacro Cuore… leggi di più.