In ogni inizio c’è un salto da fare
Don Mauro Pancera commenta la nomina a parroco di San Bernardino Realino: sorpresa ma fiducia nel piano di Dio e gratitudine per gli amici mirandolesi
di Virginia Panzani
Don Mauro Pancera
Il Vescovo Erio Castellucci ha nominato don Mauro Pancera parroco della parrocchia di San Bernardino Realino in Carpi, in sostituzione di don Carlo Bellini, trasferito in San Giuseppe Artigiano, sempre a Carpi. L’annuncio, a nome del Vescovo, è stato dato domenica 18 luglio, nel corso delle messe festive sia a Mirandola che a Carpi.
Originario di Castiglione delle Stiviere (Mantova), don Mauro Pancera ha 39 anni ed è stato ordinato sacerdote il 5 gennaio 2017, nell’aula liturgica di Quartirolo, dal Vescovo Francesco Cavina. E’ attualmente vicario parrocchiale nella parrocchia di Santa Maria Maggiore in Mirandola, dove segue la pastorale giovanile e la San Vincenzo femminile, e svolge il servizio di cappellano dell’ospedale Santa Maria Bianca. E’ membro del Consiglio Presbiterale e moderatore della sesta zona pastorale. Per don Pancera si tratta dunque della prima esperienza alla guida di una comunità parrocchiale. La data dell’ingresso di don Mauro in San Bernardino Realino non è ancora stata definita. Il Vescovo Erio e il Vicario generale monsignor Gildo Manicardi, ringraziano don Mauro per la disponibilità ad assumere questo nuovo incarico pastorale, testimonianza di amore alla Chiesa di Carpi. Infine, invitano nuovamente le comunità a sostenere i sacerdoti con la preghiera, in questo momento di importanti scelte per il futuro.
Don Mauro, come ha accolto la richiesta del Vescovo Erio di diventare il nuovo parroco di San Bernardino Realino?
La proposta di trasferirmi da Mirandola e di andare a San Bernardino Realino è stata un po’ una sorpresa: non ci pensavo. Ero sufficientemente tranquillo di poter restare a Mirandola come viceparroco e cappellano dell’ospedale, tanto meno avrei pensato in questo momento ad un ruolo di parroco. Inizialmente ci sono stati sentimenti di timore e di inadeguatezza. Poi si è affacciata anche la fiducia: fiducia in Dio che guida il mio cammino, e fiducia in chi ha pensato a questa soluzione per me.
Con quali sentimenti lascia la parrocchia di Mirandola dopo quasi cinque anni, essendo arrivato quando si preparava all’ordinazione sacerdotale? Quali relazioni si sono instaurate con le persone incontrate nei diversi ambiti del suo servizio?
Mirandola è la parrocchia in cui ho potuto vivere da sacerdote la mia prima esperienza. Una realtà vivace e arricchente: dagli scout, alle associazioni che ho potuto incontrare, passando per l’ospedale. Situazioni che hanno richiesto una capacità di adeguamento non indifferente. Mi ci è voluto un po’ di tempo per conoscere le diverse realtà e anche le persone, con la maggior parte delle quali si sono instaurati buoni rapporti. Ho incontrato amici che nel tempo sono stati, e so continueranno ad esserlo, per me di grande aiuto, in particolare in quei momenti di difficoltà che ognuno di noi può vivere. I sentimenti con cui lascio Mirandola? Prima di tutto credo che in qualche modo non lasciamo mai una situazione in cui abbiamo vissuto, sia nel bene che nel male. Non abbiamo, per lo meno io non ho, un interruttore con cui si possano accendere o spegnere i sentimenti.
Fisicamente parto provando gratitudine per tutto quello che ho vissuto: ci sono stati momenti che non si possono scordare. Penso a quelli più eclatanti come la visita di Papa Francesco, o la riapertura del Duomo, ma anche a quelli quotidiani: ogni volto incontrato in ospedale, ogni persona che è passata per l’ufficio, ogni incontro nelle case, a modo suo è stato unico e irripetibile. Parto e inizio con questo bagaglio.
E con quali sentimenti si accinge a cominciare il suo nuovo mandato, che è per lei anche la prima esperienza come parroco? Ha potuto visitare la parrocchia di San Bernardino Realino in questi giorni?
Per il momento non sono ancora andato a San Bernardino: ci sarà certamente modo e tempo, così come non è ancora stata defi nita una data per l’ingresso. Immagino sia a a settembre, ma anche per questo ci saranno comunicazioni ufficiali. Un passo alla volta direi.
Con quali sentimenti mi accingo a cominciare? Rispondendo al Vescovo, dopo che mi sono preso un po’ di tempo per riflettere sulla proposta per andare a San Bernardino, avevo chiesto se ci fosse un manuale su come fare il parroco, perché non so come si fa, ma il manuale non c’è! Credo si debba vivere in una realtà per capire come e cosa fare, e siccome ogni realtà è diversa dall’altra, non resta che camminarci in mezzo. Come in tutti gli inizi c’è un salto da fare, anche questo non è da meno.